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Roma Pass: musei di Roma e trasporti gratuiti

Se vuoi vedere tutto ciò che la  Città Eterna ha da offrirti tenendo però un occhio al portafoglio, un consiglio che ti do è quello di utilizzare il Roma Pass, la card turistico-culturale che ti permetterà di godere dei musei di Roma e delle bellezze della capitale usufruendo di sconti e trasporti illimitati su tutti i mezzi pubblici (esclusi i treni).

La card è disponibile in due opzioni:

Roma Pass 72 Hours: accesso diretto a due musei/attrazioni a vostra scelta, trasporti illimitati su tutti i mezzi pubblici (metro, bus e tram) per 3 giorni (a partire dal primo utilizzo della card)

Roma Pass 48 Hours: accesso diretto ad un museo/attrazione, trasporti illimitati su tutti i mezzi pubblici (metro, bus e tram) per 48 ore (a partire dal primo utilizzo della card)

Inoltre potrai avere l’accesso ai bagni sorvegliati della rete P.Stop

Il Roma Pass consentirà di:

  • Entrare gratuitamente nei primi due musei di Roma e/o siti archeologici a scelta (da una lista apposita) e consecutivi. Nel caso del Roma Pass 48 Hours è previsto l’ingresso ad 1 solo museo e/o siti archeologico a scelta.
  • Accedere con prezzo ridotto a tutti i successivi musei di Roma e/o siti archeologici
  • Utilizzare in modo illimitato tutti i mezzi del trasporto pubblico locale gestito da ATAC (autobus, tram, linee A, B, B1 e C della metropolitana e ferrovie regionali Roma-Lido, Roma Flaminio Piazza del Popolo-Viterbo e Roma-Giardinetti), all’interno del territorio di Roma Capitale.
  • Avere un accesso diretto (senza quindi fare la coda alla biglietteria) al check point dei controlli di sicurezza del Colosseo e Castel Sant’Angelo

Nota: La card non è valida per i collegamenti speciali tpl Atac, le ferrovie regionali Trenitalia FR, il collegamento speciale Cotral Roma Tiburtina/Termini-Fiumicino Aeroporto, il collegamento Trenitalia “No stop” Roma Termini-Fiumicino Aeroporto (Leonardo Express) e per tutti i collegamenti da e per Fiumicino e Ciampino Aeroporto.

Come funziona

  • A seconda della tipologia di card scelta, vale 3 giorni (fino alle ore 24.00 del terzo giorno, compreso il giorno di attivazione) o 48 ore dalla data di attivazione per l’accesso ai musei e/o da quello della prima obliterazione sui mezzi pubblici
  • Va compilata sul retro con il tuo nome, cognome e la data di attivazione
  • Viene attivata al momento dell’accesso al primo sito/museo o al primo viaggio su un mezzo di trasporto pubblico
  • Si accede direttamente all’ingresso dei primi 2 siti; dal 3° sito in poi lo si presenta in biglietteria per avere diritto alla riduzione.
    Nel caso del Roma Pass 48 Hours: si accede direttamente all’ingresso del primo sito, mentre dal 2° sito in poi si presenta in biglietteria per usufruire della riduzione
  • Va esibita su richiesta del personale di controllo, insieme ad un documento di identità valido

Cosa non è incluso

Non sono inclusi gli ingressi ai Musei Vaticani e la Basilica di San Pietro 

Roma Pass 72 Hours: €52.00
Roma Pass 48 Hours: da €32.00

ACQUISTA 

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Cosa vedere ai Musei Vaticani

Il numero delle cose da vedere ai Musei Vaticani è da capogiro: 20.000 opere d’arte. E questa è solo la cifra di quelle che sono esposte, perchè altrimenti sarebbe 70.000. Si dice infatti che per visitare tutto il complesso museale ci vorrebbero più di 12 anni!
Che dire, c’è sicuramente l’imbarazzo della scelta, sia che li visiti per la prima volta, sia che tu decida di farli diventare la tua meta preferita tutte le altre volte che verrai a visitare Roma.

Se fai parte di quel gruppo di persone che non ha ancora provato l’esperienza di rimanere rapito davanti ai capolavori dei Musei Vaticani, ti sarà d’aiuto la mia piccola lista delle 5 opere d’arte che non devi perderti assolutamente.

Ti suggerisco di acquistare i biglietti online, per saltare le lunghe code all’ingresso e cominciare subito la visita.

 

5 Cose da vedere ai Musei Vaticani

1. Il gruppo del Laocoonte

Si trova nel Cortile Ottagono e rappresenta Laocoonte, sacerdote Troiano di Apollo, che aveva tentato di impedire l’ingresso del cavallo di legno dentro le mura della città.  In questo modo il sacerdote avrebbe cambiato la storia e il fato e perciò venne condannato dalla dea Athena a morire con i due figli Antifane e Timbreo, sotto le spire dei due serpenti marini Porcete e Caribea.

Ritrovato nel 1506 tra le rovine delle Terme di Tito a Roma, questo eccezionale capolavoro impressionò   gli artisti rinascimentali, in particolare Michelangelo, che lo definì «un portento d’arte». L’opera influenzò tantissimo l’arte rinascimentale italiana e quella barocca un secolo più tardi.

Il Laocoonte, da visitare ai Musei Vaticani di Roma
Visitare i Musei Vaticani: il gruppo del Laocoonte

Plinio il Vecchio, potè ammirarlo nella casa dell’imperatore Tito e lo descrisse come il capolavoro di tre scultori della scuola di Rodi, Agesandro, Polidoro e Atanodoro.
Proprio per questo a lungo venne considerato un originale ellenistico. Oggi si propende a pensare che sia un’eccellente copia romana di epoca tiberiana (42-37 a.c.) di un originale bronzeo del II secolo a.c.
Questo trova conferma anche nel fatto che la statua si compone di più parti distinte, mentre Plinio la descrive come realizzata da un unico blocco di marmo.
Dopo il ritrovamento venne acquistato da papa Giulio II che lo fece esporre nel Cortile delle Statue all’interno del Giardino del Belvedere, ideato per accogliere la collezione di scultura antica del papa. Fu così che nacquero i Musei Vaticani. Insieme all’Apollo del Belvedere, fu per sempre uno dei pezzi più importanti della collezione.
Il gruppo statuario raffigura Laocoonte e i suoi due figli mentre cercano invano di liberarsi dalle spire dei due serpenti per non esserne stritolati. A chi la guarda trasmette un grande pathos. I lineamenti del suo volto sono stravolti, il suo corpo muscoloso è  in tensione. Si contrappone alla debolezza e alla fragilità dei suoi figli che chiedono impotenti aiuto. Tutto suscita empatia e commozione.
Sicuramente nella lista di cosa vedere ai Musei Vaticani.

 

2. L’Apollo del Belvedere

Si trova anch’esso nel Cortile Ottagono. Faceva parte della collezione che Giulio II possedeva quando era ancora cardinale e che ospitava nel suo palazzo a Santi Apostoli. 
L’opera, datata entro la metà del II secolo a.c. è una copia romana marmorea di eccellente fattura (l’autore è sconosciuto) di un bronzo originale dello scultore Leocare. Quest’ultimo era uno degli artisti che lavorarono al mausoleo di Alicarnasso e che la realizzò tra il 330 e il 320 ac.
Il Winckelman lo considerava “il più alto ideale dell’arte tra le opere che si sono conservate fino a noi”.

La scultura raffigura  Apollo, dio del sole, armato di arco, dal quale  ha appena aver scoccato una freccia per uccidere il serpente Pitone, la divinità che custodiva l’oracolo di Delfi, di cui il dio voleva impossessarsi. E’ ancora giovane, ma è già un uomo adulto, come dimostra il suo volto impassibile. Rappresenta un’immagine ideale di bellezza e giovinezza eterna. Realizzato con dimensioni poco più grandi del reale, l’Apollo del Belvedere è in posa dinamica, come se stesse camminando. Il peso poggia sulla gamba destra sostenuta dal tronco di un albero sul quale si arrampica un serpente. La gamba sinistra invece rimane indietro, leggermente flessa. E’ rappresentato con il corpo nudo e indossa dei sandali e un mantello, chiuso sulla spalla destra e appoggiato sul braccio sinistro e in parte sul dorso.

La statua che possiamo ammirare oggi non è tutta originale. Giovanni Angelo da Montorsoli, scultore e collaboratore di Michelangelo, la restaurò nel 1532 aggiungendo gli avambracci e le mani che in realtà mancavano. Il restauro venne rimosso nel 1924 per poi essere ripristinato nel 1999.


3. La scuola di Atene

Stanze di Raffaello: la Scuola di Atene

Si trova sulla parete ovest della stanza della Signatura, una delle quattro stanze all’interno dei Palazzi Apostolici e vuole celebrare la ricerca razionale, la facoltà dell’anima di conoscere il vero attraverso la filosofia e la scienza. 

Sullo sfondo di una grandiosa architettura rinascimentale ispirata al progetto di Bramante pensato per il rinnovamento della basilica paleocristiana di San Pietro, sono rappresentati, al centro, Platone e Aristotele. Il primo con le sembianze di Leonardo, punta il dito al cielo alludendo al mondo delle idee, il secondo, volgendo il palmo della mano verso terra, indica, al contrario, il principio razionalista della sua filosofia.

Entrambi sono attorniati da una schiera di filosofi, rappresentati con le sembianze di personaggi del tempo. In primo piano Eraclito (Michelangelo), Euclide (Bramante) che disegna sulla lavagna una figura geometrica, Diogene quasi sdraiato sulle gradinate, Tolomeo e Zoroastro con in mano rispettivamente il globo e la sfera celeste. Nell’opera si può ammirare anche l’autoritratto di  Raffaello, il secondo personaggio a destra con il berretto verde.

4. Il Giudizio Universale

lo potete ammirare sulla parete di fondo della Cappella Sistina. Venne dipinto 30 anni dopo gli affreschi  della volta. Il progetto, commissionato da Clemente VII e incoraggiato dal successore  Paolo II, scatenò molte polemiche sin dall’inizio. Prima perchè l’artista distrusse due affreschi del Perugino per preparare il muro. Poi quando il dipinto fu svelato, perchè la massa turbinante di 391 corpi nudi fece gridare allo scandalo. La reazione infatti fu tale che le autorità ecclesiastiche ordinarono che si coprissero le nudità. 
Al centro del dipinto c’è il Cristo con attorno, in una specie di vortice, le anime dei defunti uscite dalle tombe per affrontare il giudizio divino. I salvati salgono in cielo, mentre i dannati vengono scaraventati all’Inferno tra i demoni. A fare da corona a Gesù alcuni personaggi dell’Antico Testamento: apostoli, profeti, eroine, sibille e patriarchi. Inoltre compaiono santi, martiri e vergini. Egli, rappresentato seminudo, come un eroe classico, nell’atto di avanzare, ha lo sguardo rivolto verso destra.
Con la mano destra alzata chiama a sé i beati mentre con la mano sinistra destina i dannati alla profondità dell’Inferno. In posizione di poco inferiore a Gesù si trova la Madonna e volge lo sguardo a sinistra con espressione sofferta ma composta.
Nelle lunette sono rappresentai i simboli del martirio.

5. La Deposizione del Cristo di Caravaggio

Ultima opera della nostra lista delle cose da vedere ai Musei Vaticani, si trova nella Pinacoteca Vaticana e rappresenta uno dei lavori più importanti della produzione di Caravaggio.
Dipinto su commissione di  Girolamo Vittrice il quadro venne posto nella chiesa di Santa Maria in Vallicella a Roma. Rimase lì fino al 1789 quando venne fatto portare a Parigi da Napoleone. Nel 1816 venne restituito ed entrò a far parte della pinacoteca di Pio VII e perciò nell’odierna pinacoteca vaticana.

L’ opera incontrò sin da subito il favore di tutti, che non poterono fare altro che ammirarne la composizione e l’incredibile tecnica pittorica.
il corpo di Cristo è sostenuto da San Giovanni e Nicodemo. Alle sue spalle, in uno schema piramidale, si trovano Maria, la Maddalena e una donna con le braccia alzate.
Il gruppo di figure è maestoso, quasi scultoreo e il movimento della scena sembra rallentato, quasi teatrale.
E’ costruito su una linea curva diagonale che unisce l’angolo inferiore sinistro a quello superiore destro. Si crea così un andamento che scorre sulle figure sia in senso discensionale che ascensionale. In questo modo in chi osserva la scena si crea una tensione dinamica. Lo sguardo accompagna la deposizione verso il basso, ma allo stesso tempo rimbalza in senso opposto, finendo sul volto della donna che ha le mani tese verso l’alto.

Il mio elenco finisce qui, ma rappresenta solo una parte infinitesimale degli incredibili tesori che potrai ammirare durante la vostra visita.
Metti in conto di dedicarci due o tre ore. Se una volta uscito non sei troppo stanco, puoi pensare di andare a goderti le attrazioni che si trovano nelle vicinanze, come la Basilica di San Pietro o Castel Sant’Angelo.

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La fontana di Trevi

Immortalata  da Marcello Mastroianni e Anita Ekberg nel film di Fellini La dolce vita, la fontana di Trevi, insieme al Colosseo e alla Basilica di San Pietro è tra le attrazioni principali di Roma e tappa imprescindibile del tuo itinerario nella capitale.
Se hai in programma di visitare Roma in 3 giorni, se hai a disposizione un solo weekend,  o invece la tua vacanza sarà più lunga, non puoi andare via senza averla vista e aver gettato la tua monetina nell’acqua per poter ritornare!

A partire dal 23 dicembre 2024, dopo il restauro affettuato in vista del Giubileo, per preservare questo incredibile monumento, è stato introdotto il numero massimo di 400 visitatori.
Puoi accedere direttamente a partire dalla gradinata che porta alla vasca. Per uscire invece, devi passare dal varco che si trova dal lato di via dei Crociferi.
Sia all’ingresso che all’uscita troverai del personale dell’accoglienza e della sicurezza che regola il numero degli ingressi.

La visita alla fontana inizia tutti i giorni dalle 9.00, eccetto il lunedì e il venerdì quando invece si entra a partire dalle 11.00. Prima infatti  vengono raccolte le monetine lanciate dai turisti.
L’ultimo ingresso a numero chiuso è alle 20.30. Dalle 21.00 è visitabile liberamente.

Non è più concesso sedersi sul bordo della fontana, ma è possibile farlo sulle scalinate, così da poter ammirare la fontana in tutto il suo splendore, come fosse un piccolo teatro.

Struttura della Fontana di Trevi

Questo indiscusso simbolo di Roma è un complesso scultoreo molto grande, tanto da occupare quasi l’intera piazza.
Venne iniziata da Nicola Salvi nel 1732 e completato nel 1762 da Giuseppe Pannini.
Realizzata con travertino, marmo, intonaco, stucco e metalli, rappresenta Oceano su un carro trainato da due cavalli (uno selvaggio e l’altro docile, ad indicare i diversi umori del mare) a sua volta guidati da tritoni.

La fontana, oggi come quando è stata costruita è alimentata da uno dei più antichi acquedotti di Roma, l’acquedotto dell’Acqua Virgo (Acqua Vergine), realizzato dal 19 al 22 a.C. da Agrippa. Il nome Trevi deriva dal fatto che in questo punto convergevano tre vie.

Sul lato orientale del monumento c’è un grande vaso in pietra chiamato “asso di coppe” perchè richiama la carta da gioco. Si narra che durante i lavori di costruzione, un barbiere, che possedeva la sua bottega sulla piazza, continuasse a criticare il progetto di Salvi. Questi allora aggiunse il vaso così da impedire al barbiere di vedere i lavori e di continuare a fare le sue critiche fastidiose.

Gli hotel in questa zona

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La piccola maison

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Da quando venne completato l’acquedotto in questo sito c’è sempre stata una fontana.
Nel 1453 papa Nicolò V incaricò Leon Battista Alberti di ripristinare la via dell’acqua. Nel 1629 Urbano VIII commissionò al Bernini il progetto di una nuova fontana, che però non venne mai realizzata.
Nel 1730 papa Clemente XII indisse un concorso per scegliere i migliori progetti architettonici. Vinse il concorso il progetto di Salvi e due anni dopo cominciarono i lavori.

Negli ultimi anni la fontana è stata restaurata due volte. Il primo restauro risale al 2015. Costato 2,2 milioni di euro é stato finanziatio dalla casa di moda Fendi ed ha riportato la fontana al suo antico splendore.
Il secondo e ultimo intervento è stato effettuato nel 2024. Durato 3 mesi ha previsto il costo di 327mila euro provenienti dal programma PNRR-Caput Mundi. Questo progetto é stato finanziato con 500 milioni di euro del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Lo scopo è quello di recuperare e valorizzare il patrimonio culturale di Roma e del Lazio in occasione del Giubileo.

Tradizioni della Fontana di Trevi

La tradizione più nota è quella del lancio della monetina dentro la fontana: compiendo questo atto a occhi chiusi, voltando le spalle verso palazzo Poli, ci si propizierebbe un futuro ritorno nella città.
Non si conoscono bene le origini di questa tradizione. Forse potrebbe derivare dall’antica usanza di gettare nelle fonti sacre oboli o piccoli doni per propiziarsi la divinità locali, come per i pozzi dei desideri.

Non c’è turista che non conosca questa tradizione e che non compia questo rito.
Il Comune di Roma ha stabilito nel 2006 che tutte le monetine recuperate siano destinate alla Caritas di Roma. Sono infatti circa 3.000 gli euro che ogni giorno vengono pescati dalla fontana. Tutti coloro che se ne appropriano sono perseguiti penalmente.

Secondo un’altra tradizione, quando dalla fontana si attingeva ancora acqua da bere (e l’acqua di Trevi, che oggi si usa solo per irrigazione e per alimentare le fontane, era considerata tra le migliori di Roma, per non essere calcarea) le ragazze ne facevano bere un bicchiere al fidanzato che partiva, bicchiere che poi frantumavano in segno e augurio di fedeltà.

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Bus turistici a Roma

Un giro sui bus turistici a Roma può rivelarsi un’idea ottimale se hai in mente di visitare Roma in 3 giorni e vuoi vedere tutte le attrazioni che la città eterna ha da offrirti.
Potrai goderti i principali luoghi che l’hanno resa immortale comodamente seduto ascoltando le spiegazioni dell’audioguida: le chiese, i monumenti, i palazzi, le piazze e le vie di Roma non saranno più un segreto per te.
Con la formula “Hop on – Hop off”, che caratterizza i bus turistici a Roma, ti sarà possibile salire e scendere dai bus panoramici quando vorrete, in modo da poter visitare le attrazioni, fare una pausa per mangiare qualcosa o dedicarti ad acquistare souvenir.

L’offerta di Bus turistici a Roma è vasta. Non avrai quindi nessun problema a scegliere la compagnia che fa per te in base alle tue esigenze.
Ecci i miei consigli:

 CITY SIGHTSEEING ROMA

City Sightseeing Roma mette a disposizione bus panoramici per un tour della capitale con audioguida e servizio hop on hop off che ti permetterà di salire e scendere in una qualsiasi delle 8 fermate dell’itinerario quando vorrai e per il tempo che desideri.
I bus sono dotati di WIFI gratuito e il biglietto ha validità 24 o 48 ore.

Maggiori informazioni e biglietti per il tour con City Sightseeing Roma

BIG BUS TOURS

Big Bus Tours offre tour panoramici su autobus aperti con audioguide. Il servizio “hop on – hop off bus” permette di salire e scendere dall’autobus tutte le volte che vuoi all’interno delle ore di validità del biglietto.
Potrai così visitare tutte le attrazioni di Roma a seconda del tuo interesse e del tempo che avrai a disposizione. I pullmann sono dotati di aria condizionata. I biglietti elettronici ti verranno inviati direttamente sul tuo Smartphone.

Maggiori informazioni e biglietti per il tour con Big Bus Tours

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Bus panoramici Hop on Hop off: tour con City Sightseeing Roma

Scoprire le meraviglie della città eterna a bordo di un bus panoramico hop  on hop off è ideale se hai poco tempo a disposizione o ti trovate a girare la capitale con bambini. A bordo degli autobus della compagnia City Sightseeing Roma avrai modo di ammirare tutte le principali attrazioni di Roma: il Colosseo, Piazza di Spagna, Città del Vaticano e tutti gli altri tesori di Roma non avranno più segreti!

Il biglietto è valido 24 o 48 ore.
Con i bus City Sightseeing Roma potrete

  • Trascorrere tutto il tempo che desideri nelle varie fermate lungo il percorso
  • Salire e scendere in una qualsiasi delle 8 fermate o rimanere seduto a goderti l’intero giro in autobus
  • Ascoltare le interessanti informazioni turistiche dell‘audioguida a bordo
  • Condividere la tua fantastica esperienza con amici e familiari grazie al WiFi gratuito sull’autobus
  • Controllare la posizione di City Sightseeing scaricando l’app “Sightseeing Experience”

Nota: il biglietto non include gli ingressi alle diverse attrazioni

Quanto dura il giro

Il tour intero impiega 1 ora e 40 minuti e, grazie al servizio hop on hop off potrai scendere in una qualsiasi delle fermate disponibili lungo il percorso

Partenze giornaliere

Le partenze si effettuano dalle 09:00 alle 19:00 da qualsiasi fermata del tour. I bus partono ogni 10 minuti da aprile ad ottobre e ogni 15-20 minuti da novembre a marzo

Luogo di ritrovo

Qualsiasi fermata della Linea A (fermata 6 del Vaticano è in Via Borgo Sant’Angelo, 200 metri prima della fermata indicata sulla mappa del tour).

Quanto costa

Da 27 euro a persona

Fermate Linea A

  • Fermata 1: Terminal A. Termini Marsala/Terminal B. Largo di Villa Peretti/ Terminal C Piazza dei Cinquecento, all’angolo con Via Cavour
  • Fermata 2: Santa Maria Maggiore
  • Fermata 3: Colosseo
  • Fermata 4: Circo Massimo
  • Fermata 5: Piazza Venezia
  • Fermata 6: Vaticano
  • Fermata 7: Fontana Di Trevi
  • Fermata 8: Piazza Barberini
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Storia della Cappella Sistina

Tra le attrazioni più visitate e più note di tutta la Città del Vaticano, la Cappella Sistina è un luogo tutto da scoprire. Sono proprio i numerosi affreschi e le decorazioni ad aver reso, nel corso del tempo, la Cappella Sistina uno dei più bei capolavori dell’arte rinascimentale in Italia.

Si trova all’interno dei Musei Vaticani ed è una tappa obbligata per chi visita Roma. Come è noto le code all’ingresso dei Musei Vaticani sono sempre lunghissime. Se volete risparmiare tempo e la fatica dell’attesa vi consigliamo di procurarvi il biglietto on line che vi consentirà l’accesso prioritario.

STORIA DELLA CAPPELLA SISTINA

Ma voi la conoscete la storia della Cappella Sistina? Eccovi alcune brevi informazioni

1. La Cappella Papale del 1300

Poche sono le informazioni certe della prima cappella papale che sono arrivate fino ai giorni nostri. Gli storici datano questa cappella intorno al 1368, decorata dagli artisti Giottino e Giovanni da Milano.
Negli anni successivi, nel periodo chiamato Cattività Avignonese, un susseguirsi di lotte civili e l’abbandono dei monumenti romani rovinò la cappella papale costruita in Vaticano.

2. La Cappella Palatina di Papa Sisto IV

A seguito di questi accadimenti storici, i papi del XV secolo intrapresero un ampio progetto di ricostruzione e ristrutturazione. Il primo a portare avanti quest’opera fu Martino V anche se il più ricordato, per il numero di opere restaurate, fu papa Sisto IV.
Proprio quest’ultimo pontefice, professore di teologia nelle università italiane, iniziò un grande movimento per riportare le opere romane al loro splendore. Il progetto partì nel 1471, subito dopo la sua elezione, con la ricostruzione e la decorazione della cappella palatina del Palazzo Apostolico. Per questo, la cappella prende il nome proprio da papa Sisto IV.

3. Il progetto della Cappella Sistina

L’ampio progetto della Cappella Sistina fu affidato al disegno di Baccio Pontelli e prese piede a partire dal 1473. Si cominciò distruggendo i resti fatiscenti dell’edificio precedente, mantenendo intatte le fondazioni e le basi dei muri. I muri medievali vennero mantenuti fino alla prima cornice, così come rimase intatta la pianta asimmetrica dell’edificio. La costruzione venne comunque rinforzata con un basamento e il soffitto ricoperto da nuove volte.
Gli interventi di ricostruzione veri e propri iniziarono nel 1477, vennero supervisionati dall’architetto Giovannino Dolci e durarono circa 4 anni.

4. La funzione della Cappella Sistina

Già al tempo dei papi di Avignone la Cappella palatina apostolica detta Sistina veniva utilizzata per le cerimonie della corte papale. Alle cerimonie solenni del calendario liturgico partecipavano i personaggi più importanti della città. Il collegio dei cardinali, il senatore e i conservatori romani, i diplomatici più meritevoli e personalità illustri dell’ordine monastico si riunivano presso la Cappella Apostolica per le celebrazioni.

Il pontefice pensò che, per rendere omaggio ai personaggi importanti che frequentavano la sua corte, la Cappella Sistina dovesse essere particolarmente fastosa e decorata. Per questo motivo molti tra gli artisti più rinomati dell’epoca vennero chiamati a Roma dal papa e stipularono con lui un contratto di lavoro.

5. La decorazione della Cappella Sistina

I primi interventi di decorazione degli interni della Cappella Sistina risalgono al 1481, subito dopo la fine dei lavori di ricostruzione. Il primo artista a lavorarci fu il Perugino che aveva già collaborato con il papa per l’antica basilica di San Pietro in Vaticano.
La tradizione medievale, ancora in voga negli ultimi decenni del Quattrocento, impose la scelta di decorare la volta della Cappella con un cielo stellato. Se ne occupò Piermatteo d’Amelia.

A questo punto della storia entra in scena Lorenzo de’ Medici. L’illustre personaggio fiorentino punta ad un tentativo di riconciliazione con il Vaticano, che non lo aveva appoggiato nella Congiura dei Pazzi. Propone così al papa di ricevere alla sua corte i più ammirati artisti che lavoravano a Firenze.
Domenico Ghirlandaio, Sandro Botticelli e Cosimo Rosselli, ognuno con la propria squadra di collaboratori, partirono per Roma e si unirono agli altri artisti della corte del papa quali il Pinturicchio, Bartolomeo della Gatta e Piero di Cosimo.
Questi grandi nomi della pittura rinascimentale collaborarono e realizzarono gli affreschi che sono considerati tra i più belli di tutto il mondo.

Michelangelo a Roma

Tra i più importanti artisti dell’epoca è necessario ricordare anche Michelangelo Buonarroti. L’artista non si trovava a Roma in questo periodo, anzi se ne era andato per alcuni scandali che avevano interrotto i suoi rapporti con il papa.
Fu invece del papa Giulio II l’idea di chiamare Michelangelo per decorare la volta appena riparata dopo un cedimento che aveva compromesso il cielo stellato di d’Amelia.

L’artista rientrò a Roma nel 1508 e firmò subito un contratto per la decorazione della Cappella Sistina. In soli 4 anni Michelangelo completò la decorazione dei soffitti e delle volte di questa cappella apostolica. Inizialmente il suo dovere prevedeva la realizzazione delle figure dei 12 Apostoli, ma alla fine dei lavori si poterono contare più di 300 figure dipinte dall’artista.

Oltre agli affreschi della volta, l’opera più conosciuta di Michelangelo all’interno della Cappella Sistina è senza dubbio il Giudizio Universale, dipinto tra il 1536 e il 1541. Questo enorme affresco venne commissionato da papa Clemente VII per ricoprire la parete dietro l’altare.

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6. Dopo la morte di Michelangelo

Gli ultimi anni della vita di Michelangelo furono segnati dallo scandalo che si diffuse in Vaticano per i suoi dipinti di uomini e donne completamente nudi. La protesta fu portata avanti in particolare dal cardinale Carafa, che propose un’ampia censura sul lavoro del grande artista.
Michelangelo morì nel 1564 e fu proprio in quell’anno che venne approvata la legge di censura per i suoi affreschi. L’artista Daniele da Volterra venne quindi incaricato di coprire le nudità con alcuni indumenti. Le modifiche apportate al Giudizio Universale sono in seguito state cancellate e l’affresco osservabile oggi è il frutto di restauri che hanno riportato alla vita il prodotto originale.

7. La funzione della Cappella Sistina oggi

A partire dal 1878, e ancora ai giorni nostri, la Cappella Sistina è la sede del Conclave, l’assemblea che elegge il nuovo papa.
Con un particolare regolamento per quanto riguarda gli scrutini, il Conclave avviene solo in caso di decesso del papa o della rinuncia per motivi personali. I cardinali del consiglio si riuniscono nella Cappella Sistina e danno il via a votazioni per l’elezione del nuovo pontefice.
L’ultimo Conclave avvenuto nella Cappella Sistina è quello del 2013 che ha eletto, a seguito della rinuncia di Benedetto XVI, il cardinale Bergoglio a Papa Francesco I.

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Visitare la Cappella Sistina

La tua visita ai Musei Vaticani non può prescindere dalla sua gemma più preziosa: la Cappella Sistina, capolavoro di assoluta bellezza che tutto il mondo ci invidia. 
Goethe diceva che “Senza aver visto la Cappella Sistina non è possibile formare un’idea apprezzabile di cosa un uomo solo sia in grado di ottenere”.
Perciò Visitare Roma e non dedicare una tappa del tuo itinerario a questa incredibile attrazione sarebbe davvero un peccato. Ti  faresti sfuggire un’esperienza indimenticabile! 

Fa parte del percorso dei Musei Vaticani e vi si arriva accedendo dalla grande Sala Regia.
NB:
Ti segnalialo che all’interno della cappella non si possono fare foto né video con o senza flash.

La visita

Appena entrato nella cappella, raggiungi il suo ingresso principale sulla parete est, quella più lontana, in modo da avere la visuale migliore della volta.
L’affresco, che ricopra quest’ultima per l’intera superficie (800 metri quadrati!), richiese a Michelangelo 4 anni di lavoro. L’artista lo organizzò in 9 scene centrali, la creazione di Adamo ed Eva, il peccato originale e la storia di Noè. Le scene sono inquadrate in elementi architettonici dipinti.

Nella prima scena a partire da est sono rappresentati:

  1. L’Ebbrezza di Noè seguita dal
  2. Il Diluvio universale e dal 
  3. Il sacrificio di Noè. Segue la scena del
  4. Il Peccato originale e la Cacciata dal Paradiso terrestre: Adamo ed Eva vengono cacciati dopo aver assaggiato il frutto proibito offertogli da Satana, rappresentato come un serpente dal corpo di donna
  5. La Creazione di Eva, a cui segue
  6. La Creazione di Adamo: questa è una delle scene più famose dell’arte occidentale, che rappresenta Dio barbuto che tocca con la punta del dito quello di Adamo, trasmettendogli il soffio vitale.
    Completano la sequenza a ritroso della genesi:
  7. Separazione della terra dalle acque
  8. Creazione degli astri e dei pianeti
  9. Separazione della luce dalle tenebre


Di fronte, sulla parete ovest, si trova l’incredibile Giudizio Universale, in cui il Cristo al centro sottopone al giudizio divino le anime dei morti che escono dalle tombe.
I salvati vengono fatti salire in cielo, i dannati invece vengono scaraventati nelle tombe.
Anche le pareti laterali presentano una serie di straordinari affreschi straordinari rinascimentali che raffigurano episodi della vita di Mosè.

Individua e ammira le Tentazioni di Cristo del Botticelli e la Consegna delle chiavi a San Pietro del Perugino.
Nella parte ricurva inferiore della volta, separate da cornici sono raffigurati i Profeti ebraici e le Sibille pagane. Queste ultime, dal corpo possente sono fra le più suggestive della volta.
Nelle 14 lunette sopra le finestre sono rappresentate le quaranta generazioni degli Antenati di Cristo, riprese dal Vangelo di Matteo.

IL GIUDIZIO UNIVERSALE

Venne dipinto 30 anni dopo gli affreschi  della volta. Il progetto, commissionato da Clemente VII e incoraggiato dal successore  Paolo III, scatenò molte polemiche sin dall’inizio. Prima perchè l’artista distrusse due affreschi del Perugino per preparare il muro. Poi quando il dipinto fu svelato, perchè la massa turbinante di 391 corpi nudi fece gridare allo scandalo. La reazione infatti fu tale che le autorità ecclesiastiche ordinarono che si coprissero le nudità. 

Al centro del dipinto c’è il Cristo con attorno, in una specie di vortice, le anime dei defunti uscite dalle tombe per affrontare il giudizio divino. I salvati salgono in cielo, mentre i dannati vengono scaraventati all’Inferno tra i demoni. A fare da corona a Gesù alcuni personaggi dell’Antico Testamento: apostoli, profeti, eroine, sibille e patriarchi. Inoltre compaiono santi, martiri e vergini. Egli, rappresentato seminudo, come un eroe classico, nell’atto di avanzare, ha lo sguardo rivolto verso destra.

Con la mano destra alzata chiama a sé i beati mentre con la mano sinistra destina i dannati alla profondità dell’Inferno. In posizione di poco inferiore a Gesù si trova la Madonna e volge lo sguardo a sinistra con espressione sofferta ma composta.
Nelle lunette sono rappresentai i simboli del martirio.

PARETI LATERALI

Gli affreschi delle pareti laterali, realizzati tra il 1481 e il 1482 sono opera di grandi maestri rinascimentali, tra cui Botticelli, Ghirlandaio, Pinturicchio, Perugino e Luca Signorelli. Illustrano episodi della vita di Mosè ( a sinistra del Giudizio Universale) e di Cristo (a destra).

3 CURIOSITA’ SULLA CAPPELLA SISTINA

  1. Il blu oltremare usato nel Giudizio Universale era costosissimo: in questa parte degli affreschi, contrariamente a quella della volta che ne ha una quantità minima, Michelangelo ne usò una quantità impressionante.
    All’epoca questo colore era ottenuto dai lapislazzuli, pietre preziosissime e perciò molto costoso.
    Gli artisti infatti esitavano ad adoperarlo, a meno che non fosse pagato da altri.
    Nel caso del Giudizio Universale i materiali li avrebbe pagati il papa (Giulio II, che aveva commissionato a Michelangelo la Cappella Sistina). Nel caso della volta, invece, visto che doveva far fronte lui stesso alle spese per affrescarla, il celebre artista, usò colori meno cari.

  2. Non è vero che Michelangelo lavorava da solo: Lo si è spesso detto, ma in realtà per tutto il corso dei lavori nella cappella si avvalse della collaborazione di assistenti che preparavano l’intonaco umido su cui poi il pittore dipingeva (come richiedeva a tecnica dell’affresco).

  3. Non è vero che Michelangelo dipingesse sdraiato: in realtà l’artista progettò un’impalcatura curva che gli permetteva di stare in piedi, anche se in posizione scomoda, piegato all’indietro.

Una volta usciti dai Musei Vaticani, se non siete troppo stanchi, potete pensare di andare a godervi le attrazioni che si trovano nelle vicinanze, come la Basilica di San Pietro o Castel Sant’Angelo.

COME RAGGIUNGERE LA CAPPELLA SISTINA

1. IN METRO
Partendo dalla Stazione Termini prendi la Linea A della Metro in direzione Battistini. Le fermate più vicine ai Musei Vaticani distano circa dieci minuti a piedi e sono Ottaviano-Musei Vaticani e Cipro.

2. IN BUS
Davanti all’ingresso dei Musei Vaticani si trova la fermata della linea 49.
In Piazza Risorgimento,  distante a 5 minuti a piedi , fanno capolinea le linee 3281 e 982.

3. MACCHINA
Puoi parcheggiare la macchina nei parcheggi a pagamento sia sul Viale Vaticano sia nelle strade limitrofe.

4. TRENO
Arrivae alla stazione di Roma Termini e prendi la Linea A della Metro in direzione Battistini. Ti conviene scendere alle fermate Ottaviano-Musei Vaticani e Cipro, che distano  circa dieci minuti a piedi.

5. AEREO
Se arrivi a Roma in  aereo ti consiglio di andare dall’aereoporto alla stazione di Roma Termini, dove si trovano Bus, Metro e Taxi che vi condurranno ai Musei Vaticani .

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Il vaticano – Curiosità che forse non sapevi

Costituito in seguito ai Patti Lateranensi del 1929, il Vaticano è la versione moderna dello Stato della Chiesa che ha governato la maggior parte delle regioni centrali fino all’Unità d’Italia nel 1861. La Città del Vaticano è uno Stato indipendente dove il papa è la massima autorità.
Ha un servizio postale proprio, un proprio quotidiano, una propria emittente radio e un esercito, le guardie svizzere.
Qui di seguito ti svel alcune curiosità che riguardano il Vaticano che forse ti farà piacere sapere.

1. La cittadinanza

Non si può essere cittadini del Vaticano per nascita: acquisiscono la cittadinanza vaticana quelli che, anche laici, vi risiedono per ragioni previste dalla carica o dall’impiego. Il coniuge, i figli e i fratelli di un cittadino del Vaticano conservano la cittadinanza a patto che siano conviventi

2. Le guardie Svizzere

Anche se oggi la Svizzera ha la fama di essere una nazione pacifista, nel 1500 aveva una forza militare inarrestabile. Con la loro grande abilità nel maneggiare l’alabarda, una combinazione di una lancia e una scure, le truppe di terra dell’esercito erano in grado di demolire legioni di nemici a cavallo. Testimoniata la loro potenza in battaglia, Papa Giulio II (il committente della Cappella Sistina, QUI PER I BIGLIETTI!) volle alcuni soldati come guardie personali. Da allora le guardie svizzere hanno giurato fedeltà al papa.
Anche se noi siamo abituati a vedere le guardie svizzere in abiti rinascimentali, in realtà le vere guardie del papa indossano abiti civili e armi decisamente più moderne dell’alabarda!

3. La lingua ufficiale

La lingua ufficiale dello Stato è l’Italiano. Il latino invece è la lingua della Santa Sede: non a caso la legislazione della Città del Vaticano è redatta esclusivamente in latino

4. La pena di morte

La pena di morte è rimasta in vigore fino al 1969 come punizione al tentato o effettuato assassinio del papa. In quell’anno papa Paolo VI la rese nulla de facto ma non de jure, cioè ufficialmente veniva abolita ma non veniva rimossa completamente dalla Legge Fondamentale (equivalente alla nostra Costituzione). È stata abolita definitivamente con la revisione di quest’ultima solo nel 2001 per volontà di Giovanni Paolo II.

La criminalità

Stando ad uno studio condotto dalla rivista tedesca Der Spiegel nel 2007, il Vaticano è il Paese con il più alto tasso criminale al mondo per abitante. Sarebbero state infatti 486 le cause penali e 341 le cause civili su cui avrebbe indagato il ministero della giustizia del Vaticano. Il reato più diffuso? Il furto.

Ma il Vaticano quanti soldi ha?

Non è facile rispondere perchè i resoconti delle attività economiche del Vaticano non sono stati pubblicati per ben 125 anni.
Solo nel 2012, a seguito della politica di trasparenza e rigore messa in atto da Papa Francesco lo IOR (Istituto per le Opere di Religione) ha dovuto pubblicare il bilancio del 2012, evidenziando un utile di 86,6 milioni di euro. Se volete sapere l’attuale bilancio consultate il rapporto del 2015 pubblicato sul portale ufficiale.

I sanpietrini

Un tempo, nei giorni in cui la Chiesa celebrava le sue solennità maggiori, la cupola della Basilica di San Pietro veniva illuminata a fiamma viva: le padelle su cui ardeva il fuoco venivano accese dai cosiddetti sanpietrini, che si arrampicavano lungo le curve della cupola. La notevole abilità di questi intrepidi scalatori era oggetto di ammirazione per i forestieri, che consideravano l’impresa possibile solo da parte di coloro che vi si erano esercitati fin dall’età giovanile.

I sanpietrini sono anche i blocchetti di leucitite (una roccia eruttiva), chiamata anche selcio, utilizzata per realizzare la tipica pavimentazione romana.

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Il Foro Romano

Racchiuso tra il Palatino, il Campidoglio, il Colosseo e Via dei Fori imperiali, il Foro Romano è sicuramente una tappa fondamentale per chi viene a visitare Roma.
Rappresentava il centro politico, giuridico, religioso ed economico della città. Insomma, era il cuore del potere romano.
Camminando tra le rovine degli edifici che lo hanno caratterizzato nel corso dei secoli, non si può non pensare con emozione che qui si sono poste le basi della cultura occidentale.
Per entrare le code sono sempre piuttosto lunghe. Ti consiglio perciò, per risparmiare tempo e fatica, di acquistare i biglietti on line.
Se hai il Roma Pass, il biglietto fa parte del ticket cumulativo che permette di visitare Colosseo, Palatino e Foro Romano.
Quest’attrazione è compresa anche nel Vaticano Pass e la la Roma Tourist card.

COME ARRIVARE

A piedi – Se ti trovi nel centro storico di Roma, puoi facilmente raggiungerlo a piedi. È situato vicino al Colosseo e al Campidoglio, e molti degli altri principali siti turistici di Roma sono a breve distanza
Bus – Ci sono diverse linee di autobus che fermano vicino al Foro: Bus – 75,  Bus –  780, Bus – 85, Bus – 87
Metro: la stazione più vicina é “Colosseo” sulla linea B. Dalla stazione arriverai con una passeggiata di pochi minuti.

VISITARE IL FORO ROMANO

Visitare il Foro Romano: tutti i monumenti

La meraviglia del Foro romano. Foto: Raffaella Brunetti

 

Accedendo da Largo della Salara Vecchia (si può entrare anche dal Palatino o dall’ingresso vicino all’arco di Tito), troverai il Tempio dedicato alla memoria di Antonino ed Faustina. Eretto nel 114 a.c. fu trasformato in seguito nella chiesa di San Lorenzo in Miranda.
È uno dei meglio conservati nel Foro e offre un’importante testimonianza dell’architettura e della cultura romana di quell’epoca.
Sulla destra potrai ammirare invece la Basilica Emilia, edificio pubblico risalente al 179 a.c.. Era lungo 100 metri e la sua facciata era costituita da un portico a due piani.
Alla fine della strada arriverai sulla Via Sacra, la principale arteria del foro, e al Tempio del Divo Giulio.  Questo venne  costruito dall’imperatore Augusto sul luogo dove si erano svolti i funerali di Cesare e inaugurato nel 29 a.c.
Percorrendo la Via Sacra sulla destra arriverai alla Curia Iulia, sede del senato dell’antica Roma. Era il luogo principale dove venivano discusse le questioni politiche, amministrative e legislative dell’antica Roma.
Quella che ammiriamo oggi ha l’aspetto che aveva sotto Diocleziano (284-305 d.c.), frutto di un radicale restauro risalente al 1937.
Davanti alla Curia si trova il Lapis Niger, grande pietra di basalto nero, posta a livello del suolo.
Secondo la leggenda, il “Lapis Niger” era il luogo in cui Romolo, il leggendario fondatore di Roma, fu sepolto o ucciso. Non ci sono però prove archeologiche o storiche che confermino questa leggenda. Alcuni studiosi pensano che fosse invece un santuario o un luogo di culto. Altri ancora credono che fosse parte di una struttura di importanza politica o religiosa.

Al termine della Via sacra si erge il monumentale arco di Settimio Severo. Fu costruito per commemorare le vittorie dell’imperatore e dei suoi figli, Caracalla e Geta, nelle campagne militari in Oriente.
Vicino all’arco si trovano i Rostri, la tribuna degli oratori, decorata da rostri di navi nemiche.
Di fronte, proprio al centro della piazza del Foro, luogo di incontro e di commercio della Roma antica, si innalza la Colonna di Foca, imperatore bizantino del VII a.c.

Visitare il Foro Romano e il Palatino. Informazioni utili

Foto di Anna Dalmasso

Dietro la colonna ci sono otto colonne in granito. Sono tutto ciò che resta del Tempio di Saturno, uno dei più importanti della Roma antica e dove veniva conservato il tesoro dello stato (erario).
Alle sue spalle da nord a sud si trovano le rovine del Tempio della Concordia, le tre colonne rimaste del Tempio di Vespasiano e il Portico degli dei Consenti.

Lungo la strada parallela alla via Sacra troverai la Basilica Giulia, iniziata da Giulio Cesare e terminata da Augusto. Era utilizzata principalmente come edificio per attività giuridiche e commerciali, oltre che per le riunioni del Senato romano.
Fu gravemente danneggiato nel corso del tempo e oggi rimangono solo pochi resti delle sue colonne e delle fondamenta.
Al fondo della Basilica svettavano le tre colonne del Tempio di Castore e Polluce, chiamato anche Tempio dei Dioscuri, edificato nel V secolo.
La vicina Chiesa di Santa Maria Antiqua è la più antica chiesa cristiana del Foro (datata VI secolo).
Tornando poi verso la Via Sacra incontrerai la Casa delle Vestali, dove abitavano le vergini addette alla custodia del fuoco sacro del vicino Tempio di Vesta

Risalendo la Via Sacra, superato il Tempio del Divo Romolo, arriverai alla Basilica di Massenzio. Conosciuta anche come la Basilica di Costantino e Massenzio, rappresenta l’edificio più grande e meglio conservato del Foro.
Iniziata da Massenzio nel 308 e conclusa da Costantino, era lunga 100 metri e larga 60.
Poco oltre c’è l’Arco di Tito,  edificato nell’81 d.c, dopo la morte dell’imperatore Tito, figlio di Vespasiano, a celebrazione della vittoria sui ribelli di Gerusalemme.  Uno dei meglio conservati archi trionfali romani, ha avuto un’influenza significativa sull’architettura trionfale successiva.

IL PALATINO

Situato tra il  Velabro e il Foro Romano, il Palatino è una delle zone più antiche della città.
Secondo la tradizione, in questo luogo si trovava il primo insediamento di Roma, fondata attorno alla metà dell’VIII secolo a.c.
Qui gli scavi hanno portato alla luce resti di capanne e tombe risalenti all’età del ferro e la fortificazione più antica, databili proprio all’VIII secolo a.c.
Sede di importanti culti cittadini, come quello della Magna Mater (la dea Cibele), fra il II e I secolo a.c., divenne il quartiere residenziale dell’aristocrazia Romana.
È un esempio la Casa dei Grifi, che conserva bellissime decorazioni pavimentali e pittoriche.
Prende il nome dalla presenza di raffigurazioni di grifi, creature mitologiche metà aquila e metà leone, che decorano alcune delle strutture.
Il Palatino inoltre, dopo che Augusto lo scelse come sede della sua residenza, divenne il luogo dei palazzi imperiali.
Qui si trovavano la Domus Tiberiana, la Domus Transitoria, la Domus Aurea e la Domus Flavia. Proprio per questo nel corso del tempo il toponimo Palatium è diventato sinonimo di Palazzo.
Tra i siti più famosi sul Palatino ci sono la Casa di Augusto, la Casa di Livia, il Palazzo di Domiziano e l’area del ​​Tempio di Apollo.
I manufatti più significativi ritrovati nel corso degli scavi sono conservati nel Museo Palatino, dove al piano terra sono esposti i reperti che riguardano la storia più antica, mentre al primo piano potrete ammirare opere d’arte del periodo imperiale.

Hotel in questa zona

Relais Forus Inn

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Hotel Capo d’Africa

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Caesar House Residenze Romane

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Da dove fotografare il Foro

Ci sono diversi punti strategici da cui puoi fare i tuoi scatti panoramici:

  • Piazza del Campidoglio: offre una vista incantevole sul Foro, specialmente di notte quando i monumenti sono illuminati
  • Colosseo: dalla parte anteriore o laterale del Colosseo, potrai godere di una veduta panoramica del Foro Romano.
    Dalla parte superiore del Colosseo avrete una prospettiva elevata.
  • Campidoglio:  situato sul Monte Capitolino, di qui potrai ottenere una vista in prospettiva. La piazza del Campidoglio offre un’eccellente visuale su tutta la zona.
  • Via dei Fori Imperiali: questa strada offre varie opportunità per fotografare i monumenti antichi da diverse angolazioni
    Giardino degli Aranci sull’Aventino: da qui si ha una vista panoramica su tutta la città.
    Potrai scattare foto dal belvedere all’interno del giardino
  • Palatino: una delle sette colline di Roma  offre molte vedute panoramiche sul Foro Romano.
  • Terrazza del Vittoriano: anche di qui avrai una magnifica vista su Roma e sul Foro.

Dove si trova

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Roma segreta

C’è una Roma che è sconosciuta alla maggior parte di chi viene a visitare la capitale e si concentra sulle attrazioni principali, seguendo gli itinerari canonici: è la Roma segreta.

Una città che nasconde gemme architettoniche, luoghi incantevoli, dipinti stupefacenti, che valgono la pena di essere visti tanto quanto il Colosseo, la Fontana di Trevi o le altre opere d’arte che hanno reso la Città Eterna famosa nel mondo.

Di posti nascosti c’è ne sono davvero moltissimi, ma noi ci focalizziamo solo su alcuni, che, non abbiamo dubbi, vi piaceranno. Sono curiosità da vedere a Roma, che renderanno più affascinante la vostra visita nella capitale.
Qui di seguito vi lasciamo quindi una piccola lista di 10 luoghi poco frequentati che potete inserire nell’itinerario della vostra vacanza  e dove potrete sbizzarrirvi a scattare le vostre fotografie di Roma.

Roma segreta,10 posti da scoprire

1. Buco della serratura priorato di Malta

Permette di godere di uno degli scorci più belli di Roma e si trova tra il Giardino degli Aranci e la villa del Priorato di Malta (quindi sulla parte più alta del colle Aventino), in zona Circo Massimo
Se guardate dal buco della serratura del grosso portone del priorato rimarrete stupiti e affascinati: si ha una prospettiva del tutto inusuale della Cupola di San Pietro.

Questa infatti appare in fondo al viale dei Giardini dell’Ordine, costeggiato da alberi, rimanendone così inquadrata. La cosa incredibile e che vi sembrerà molto più vicina di quello che in effetti è.
Molto probabilmente questo fatto non è una casualità ma un’idea dell’architetto Giovanni Battista Piranesi  che nel 1765 venne incaricato di ristrutturare l’ingresso. Questi realizzò una bella piazzetta seguendo lo stile Rococò.

Un fatto molto curioso e interessante è che osservando dal buco della serratura del portone di ingresso si può vedere in perfetta prospettiva due Stati: quello italiano con l’Aventino, dove si trova la Villa a Roma e lo Stato della Città del Vaticano con la cupola di San Pietro.

Il momento ideali per ammirare questo luogo segreto di Roma è sicuramente il tramonto quando i colori caldi del sole che scende sull’orizzonte esaltano la bellezza, oppure di notte quando la cupola appare ancora più magica.

Attrazioni nelle vicinanze: Giardino degli aranci, Piramide di Caio Cestio, Roseto Comunale, Cimitero Acattolico

Come arrivare
Scendete alla fermata della metropolitana Circo Massimo. Giungerete a destinazione con una passeggiata di circa 10 minuti/un quarto d’ora. 
La strada più veloce è passare da piazzale Ugo la Malfa, poi da via di Valle Murcia da cui si prende via di Valle Murcia. Andando sempre dritti raggiungerete la vostra meta.

 

2. Il Passetto di Borgo

Si trova dietro Castel Sant’Angelo e si tratta di un passaggio pedonale che collega Palazzo Apostolico alla fortezza papale. Venne costruito con lo scopo di permettere al pontefice di rifugiarsi in quest’ultima in caso di pericolo e allo stesso tempo avere un baluardo che permettesse un miglior controllo del Rione e  reprimere eventuali sommosse.
Altra funzione del passetto era portare nelle segrete di Castel Sant’Angelo prigionieri di rilievo di cui non bisognava far sapere  né la permanenza né la reclusione nelle carceri del papa.
In romanesco viene chiamato “Coridore de Borgo“.

Il passetto assolse la su funzione due volte: Nel 1494 quando permise a papa Alessandro VI (Rodrigo Borgia) di rifugiarsi a Castello durante l’invasione di Roma delle milizie di Carlo VIII di Francia;
e nel 1527 quando papa Clemente VII (Giulio de’ Medici) trovò riparo a Castel Sant’Angelo durante il Sacco di Roma ad opera lanzichenecchi di Carlo V. Questa fu l’ultima grande impresa legata al Passetto, che con la fine del Cinquecento perse la sua funzione difensiva. 
Il passetto è visitabile solo con visita guidate.

Attrazioni nelle vicinanze:  Castel sant’Angelo, Basilica di San Pietro, Piazza Navona, Museo dell’Ara Pacis

Come arrivare: Prendete la linea A della metro e scendete alla fermata Ottaviano. Raggiungerete il Passetto in 15/20 minuti a piedi.

 

3. Quartiere Coppedé

Un altro luogo della Roma segreta da non perdere è il Quartiere Coppedé.
Prende il nome dall’architetto Gino Coppedè che lo progettò nel 1915, ispirandosi allo stile dell’architetto  catalano Antoni Gaudì, suo contemporaneo. Caratterizzano infatti il quartiere, (che venne completato nel 1927, quando Coppedè era già morto), l’uso di archi, curve e mosaici in stile Art Nouveau, molto in uso nei primi anni del XX secolo. Oltre ad elementi barocchi e, in alcuni casi, di stile medievale.
In realtà non si tratta di un vero e proprio quartiere, ma di un complesso di edifici che si trova nel quartiere Trieste, zona Nomentana, tra piazza Buenos Aires e via Tagliamento, e che si sviluppa intorno ad un nucleo centrale, Piazza Mincio.

Su questa piazza, circondata da case, ambasciate e una scuola, confluiscono cinque strade. Al centro si trova la Fontana delle Rane, che fonda Art Nuveau e Art Deco. Bellissimo anche Palazzo Ragno, che deve il suo nome al grosso ragno che tesse la sua ragnatela posto sulla vetrata sopra la porta principale.
L’entrate principale si trova su  Via Dora, alla convergenza tra Via Tagliamento e Via Arno, Un arco a due piani, molto elaborato, con alla sommità una terrazza piena di verde collega due edifici chiamati “degli ambasciatori”.
Soffermatevi, tra le altre cose, ad ammirare lo splendido lampadario  che pende da sotto l’arco. 

Su Piazza Mincio si affaccia anche un gruppo di tre edifici chiamato il Villino delle Fate
Lo caratterizzano infatti torri, torrette e archi pilastri in legno, balconi in ferro battuto e colonne in marmo.
Queste architetture omaggiano Firenze, Venezia e Roma, attraverso simboli e personaggi che rimandano alle tre città.
Circonda il tutto un giardino molto bello, all’interno del quale si trovano sculture e affreschi che rappresentano Dante Alighieri.

Il momento più bello per andare al Quartiere Coppedé è al tramonto, quando la luce calda del sole esalta ancora di più il colore ambra delle costruzioni e le loro decorazioni.

Attrazioni nelle vicinanze: Galleria Borghese, Villa Torlonia, MACRO (Museo dell’Arte Contemporanea)

Come arrivare: Prendete la linea B della metro e scendete alla fermata Policlinico. Poi incamminatevi su Viale Regina Margherita verso via Nomentana.

 

4. Palazzo Zuccari

Il nostro elenco dei posti della Roma segreta da non perdere continua con un edificio tutto particolare: Palazzo Zuccari.
Si trova in cima alla Scalinata che conduce da piazza di spagna a Trinità dei Monti, tra Via Sistina e Via Gregoriana.

Ideato nel 1590 dal pittore Federico Zuccari, grande esponente del manierismo italiano, come sua casa e studio, venne realizzato sui resti degli antichi giardini di Lucullo. L’artista volle che la costruzione rispecchiasse la sua indole bizzarra e creativa. Così fu, e così è ancora adesso, anche dopo le modifiche e gli ampliamenti avvenuti nel corso del tempo di quelli che erano gli originali tre corpi separati: lo studio, il giardino e l’abitazione privata.
Nel 1702 fu dato in affitto alla Regina di Polonia Maria Casimira che ne modificò la facciata principale che à su Trinità dei Monti, affidando all’architetto Filippo Juvarra la costruzione di un un portico a 6 colonne in stile rococò.
Palazzo Zuccari divenne il fulcro della cultura della Roma del Settecento e anche successivamente non cessò di essere una dimora per artisti in cui visse, tra gli altri, Winckelmann.
Nel 1756 una parte del complesso fu ceduta ai fratelli delle Scuole Cristiane che l’adibirono a scuola.

Nel 1904 acquistò il palazzo Henriette Hertz, che lo modificò ulteriormente costruendo al posto del giardino un edificio a tre piani.
Dal 1913, ospita la  Bibliotheca Hertziana (a cui si accede dal grande portone di ingresso), che rappresenta uno dei maggiori centri di studi al mondo sull’arte italiana.
Nel 2013 è stato ufficialmente inaugurato il nuovo edificio della biblioteca progettato da Juan Navarro Baldeweg e l’ambiente centrale dove si trova parte della biblioteca è stato interamente svuotato e ricostruito. L’ala sinistra invece mantiene parte della struttura originaria, con il soffitto affrescato proprio dallo stesso Zuccari.

La particolarità che vi colpirà di più sarà sicuramente il grande portone e le finestre che si affacciano su via Gregoriana: rappresentano infatti un volto mostruoso con la bocca spalancata. Per questo il palazzo viene chiamato anche La Casa dei Mostri.
L’intento dell’artista era infatti quello di spaventare il visitatore si sarebbe intimorito e avrebbe quindi esitato ad entrare nel palazzo. Una volta varcata la soglia però, sarebbe stato sopraffatto dalla grande meraviglia del giardino e degli interni.

Attrazioni nelle vicinanze: Piazza di Spagna, Fontana di Trevi, Pantheon

Come arrivare: Prendete la linea A della metropolitana e scendete alla fermata Spagna.


5.  Chiesa di Sant’Ignazio di Loyola

Un altro capolavoro della Roma segreta che non dovete perdervi è il grandioso affresco che decora il soffitto della navata di questo edificio gesuita, costruito nel 1626 come chiesa del Collegio Romano, istituito da Sant’Ignazio di Loyola. 
Il dipinto “sfonda” il soffitto, dando l’incredibile illusione che ci una una cupola e lo spazio sia infinito, quando invece la copertura é piatta.
L’intento dell’autore, Andrea Pozzo, come quello degli artisti del Seicento, era quello di creare un effetto di stupore e meraviglia per chi vi accedeva.
E quando entrerete, proverete anche voi questa vertiginosa illusione della volta affrescata con al centro la Gloria di Sant’Ignazio di Loyola, dove una massa di figure fluttua verso l’azzurro del cielo oltre una serie di colonne archi e trabeazioni. Al centro è raffigurato Sant’Ignazio che ascende al cielo sotto lo sguardo del Cristo.

Per godere di questa strepitosa meraviglia larga ben 13 metri per 6, dovrete andare verso l’altare, dove si incontra un tondo di dorato nel marmo del pavimento, e alzare lo sguardo.
La cupola poi svanisce, progressivamente, andando verso il presbiterio.

Attrazioni nelle vicinanze: Pantheon, Galleria Doria Panphilj, Campidoglio, Musei Capitolini

Come arrivare: Prendete la linea A della metropolitana e scendete alla fermata Spagna. Da qui raggiungerete la vostra destinazione con una passeggiata di poco più di 10 minuti.

 

6. Cripta dei Cappuccini

La trovate all’interno dei sotterranei della chiesa dell’Immacolata Concezione situata nella famosa  Via Veneto, a pochi passi dalla fontana del Tritone del Bernini e da piazza Barberini, nel pieno centro di Roma.
La Chiesa, meglio nota Chiesa dei Cappuccini, venne fatta edificare da Papa Urbano VIII in onore di suo fratello Antonio Barberini, che apparteneva proprio a questo ordine monastico.
E’ un luogo inquietante ma allo stesso tempo affascinante per l’originalità delle decorazioni, tutte eseguite con ossa umane, opera di un artista di cui non si conosce l’identità.

Se siete sensibili o vi impressionate facilmente forse non è un posto che fa per voi, diversamente è un luogo segreto di Roma che val la pena visitare. Non lascia indifferenti e fa riflettere sulla vita e sulla morte.

L’ingresso è preceduto dal memento mori (in latino “ricordati che devi morire”) “Quello che voi siete noi eravamo, quello che noi siamo voi sarete”, e porta ad un lungo corridoio sulle quali si affacciano 5 piccole cappelle decorate con le ossa di 4000 frati cappuccini vissuti nel convento nell’arco di circa 300 anni, tra 1528 ed il 1870,m raccolte dal vecchio cimitero dell’Ordine, che si trovava nei pressi del Quirinale.
Ogni cappella è caratterizzata dall’uso prevalente di un osso in particolare, da cui alcune traggono il nome: Cappella delle Tibie, dei Bacini, dei Teschi. A queste si aggiungono le cappelle dei Tre Scheletri e della Resurrezione.
Le decorazioni ripropongono simboli legati alla morte come clessidre, orologi e farfalle. Dal soffitto pendono lampadari fatti con falangi e coccigi, mentre alle pareti sono ammassate migliaia di tibie, femori e teschi che creano nicchie e strutture architettoniche che ospitano scheletri vestiti con il saio.
La scelta di queste decorazioni è finalizzata ad esorcizzare la morte e porre l’accento sul fatto che il corpo non è altro che il contenitore dell’anima al quale sopravvive.  Proprio per questo il contenitore si può riutilizzare per un altro scopo.

Attrazioni nelle vicinanze: Pantheon, Piazza Navona, Fontana di Trevi

Come arrivare: Prendete la linea A della metropolitana e scendete alla fermata Spagna situata che dista dalla chiesa circa 8 minuti a piedi. 

 

7. Il Colosseo Quadrato

Se avete a deciso di fare una visita a Roma in 4 giorni o di visitare Roma in 5 giorni, avrete tempo a sufficienza per pensare di inserire nel vostro itinerario anche una tappa per vedere quest’attrazione particolare della Roma segreta.

Il Colosseo Quadrato, come viene chiamato il Palazzo della Civiltà Italiana, si trova nel quartiere EUR e fu voluto da Mussolini, che  fece iniziare i lavori nel 1938 e lo inaugurò incompleto nel 1940.
I lavori proseguirono fino al 1943 per poi interrompersi a causa della Seconda Guerra Mondiale. In seguito l’edificio venne abbandonato e i lavori ripresero solamente nel Dopoguerra.
Il Colosseo Quadrato faceva parte di quei palazzi che, in occasione dell’Esposizione Universale Roma 1942, avrebbero dovuto rappresentare il vigore e la forza del Fascismo e l’Italia in generale.
Alto 60 metri, con una base di 58, è completamente costruito in cemento armato ricoperto di travertino bianco, che colpito dai raggi del sole diventa abbagliante. Consta di 6 piani e conta 54 arcate per lato.
Sotto glia archi trovano posto 28 statue imponenti (6 per le facciate verso viale della Civiltà del Lavoro e la scalinata, e 8 nelle altre due facciate).
Ogni statua rappresenta una virtù del popolo italiano (musica, pittura, poesia, filosofia, commercio e agricoltura, solo per citarne alcune).

Sul frontone invece spicca un’iscrizione tratta da un discorso che Mussolini tenne nel 1935: “Un popolo di poeti, di artisti, di eroi, di santi, di pensatori, di scienziati, di navigatori, di trasmigratori”.
L’edificio, che i romani oggi chiamano anche Palazzo Gruviera.
La piena gestione del palazzo venne ripresa dell’EUR nel 1980, ma salvo poche iniziative, rimase di fatto inutilizzato.
Tra il 2008 e il 2010 subì interventi di restauro, Nel 2013 EUR ha stipulò un accordo con la casa di moda Fendi che ne affidava la gestione a quest’ultima fino al 2028.
Nel 2015 la casa si moda ha trasferito qui la sua sede.

Attrazioni nelle vicinanze: Laghetto dell’Eur

Come arrivare: Prendete la linea B e scendete alla fermata Eur Magliana per poi  incamminarvi su viale di Val Fiorita per 10 minuti. Oppure scendete alla fermata Eur Palasport e proseguite su Viale Beethoven per circa 15 minuti.

8. Casina delle civette

Altra piccola gemma della Roma segreta, si trova all’interno del parco di villa Torlonia, nel quartiere Nomentano. La villa in origine era proprietà della famiglia Pamphilj, era una delle molteplici tenute agricole che si trovavano lungo la via Nomentana.
A fine del Settecento venne ceduta a Giovanni Torlonia, un banchiere, che la trasformò in una sfarzosa residenza  che  comprendeva il Casino Nobile, del Casino dei Principi e delle Scuderie.

Nel 1832, l’erede di Giovanni, Alessandro, edificò altri fabbricati e, in seguito, trasformò completamente la sezione sud della villa, secondo lo stile dei giardini romantici all’inglese. Previde quindi viali irregolari, laghetti, piante esotiche, e fece costruire edifici e arredi dal gusto non comune, tra cui la Capanna  Svizzera (1842), dall’aspetto di un rifugio di montagna. Era collocata ai bordi del parco e nascosta da una collinetta artificiale, e fungeva da luogo di distrazione rispetto alla ufficialità dell’abitazione principale.

Questa divenne poi la residenza del nuovo erede, Giovanni Torlonia Jr fino al 1938, anno in cui morì. Giovanni, a partire dal 1908 iniziò ad apportare tutta una serie di trasformazioni e aggiunte che la trasformarono la nella particolarissima Casina delle civette.  Questa deve il suo nome dalle civette che decorano le vetrate (quelle di questo edificio sono la massima espressione dello stile Liberty a Roma) e dalle decorazioni che riportano il disegno di questo animale in diversi posti della casina.
L’edificio è decisamente eclettico e coniuga linee classiche, medievali (logge, porticati, torrette) e tanto stile Liberty nelle decorazioni esterne ed interne ( dove trovano luogo ferro battuto, boiserie, mosaici, maioliche, dipinti murali, vetrate colorate….tante!)
Quando entrerete vi troverete in un mondo pieno di animali fantastici, creature misteriose e simboli esoterici. Il proprietario era infatti appassionato di esoterismo.

Attrazioni nelle vicinanze: Villa Torlonia, Villa Borgese, Galleria Borghese

Come arrivare: Prendete la linea B della metro e scendete alla fermata Policlinico e proseguite a piedi. Arriverete in circa 10 minuti. Oppure potete scendere alla fermata Bologna, facendo poi una passeggiata di meno di un quarto d’ora.

 

9. Galleria Sciarra

Vero e proprio gioiello Liberty romano, è un’altra curiosità da vedere a Roma che val la pena visitare.
Si trova vicinissimo alla Fontana di Trevi (a soli 2 minuti a piedi!) e alla centralissima via del Corso. 
Il bellissimo passaggio pedonale coperto è incorniciato nel Palazzo Sciarra Colonna di Carbognano, e venne costruito (tra il 1885 e il 1888) con la funzione di collegare tutte le aree in possedimento del Principe Maffeo Barberini-Colonna di Sciarra proprietario dell’edificio: la sua abitazione, la sede del quotidiano “La Tribuna”, che aveva fondato e che dirigeva,  quella della rivista “Cronaca Bizantina, il teatro Quirino.
Oggi la galleria, che è un passaggio privato ma aperto al pubblico in orario d’ufficio e che collega Via Marco Minghetti (una traversa di Via del Corso) con Piazza dell’Oratorio, rappresenta un esempio di un iniziale stile Liberty della Roma di fine secolo.

Il tema dominante della bellissima decorazione della galleria è l’esaltazione della donna, celebrata nella sua funzione di angelo del focolare, sposa e madre, come volevano in canoni borghesi del periodo post Unità d’Italia.
I dipinti vennero realizzati da Giuseppe Cellini, su progetto del critico letterario Giulio Salvadori, con la tecnica dell’encausto  raffigurano, nella fascia più alta della decorazione, la donna nelle virtù femminili che la identificano:  La Pudica, La Sobria, La Forte, L’Umile, La Prudente, La Paziente, La Benigna, La Signora, La Fedele, L’Amabile, La Misericordiosa, La Giusta.
Nella fascia più bassa invece sono raffigurate le scene di vita borgese di quel periodo: dalla cura del giardino, alle scene della preparazione dei pasti, ai salotti musicali.
La donna celebrata nei dipinti è Carolina Colonna Sciarra, madre del principe Maffeo. Nelle decorazioni vengono riproposte più volte le iniziali della principessa CCS (Carolina Colonna Sciarra), negli scudi che ripropongono gli stemmi delle due famiglie Barberini e Colonna.

Attrazioni nelle vicinanze: Fontana di Trevi, Pantheon, Piazza Navona, Piazza di Spagna

Come arrivare: Prendete la linea B della metro e scendete alla fermata Repubblica o alla  fermata Cavour.

 

10. Arco dei Banchi

Se siete nella Capitale e avete voglia di vedere qualcosa fuori dagli itinerari soliti, potete optare per l’arco dei Banchi, in pieno centro.
Questo piccolo tesoro della Roma segreta si trova infatti a pochissimi passi da Castel San’Angelo e collega l’attuale via del Banco di Santo Spirito (originariamente si chiamava via dei Banchi) con  via Paola.

Sulla prima strada, che era di passaggio per entrare in Vaticano, nel XV secolo aveva aperto il suo Banco  Agostino Chigi, il banchiere più famoso di Roma, che aveva la sua abitazione attigua alla sua attività. In questa zona infatti svolgevano i loro affari negozianti, notai, mercanti di ogni genere. La casa di 
Agostino era edificata sulla sinistra di chi entrava nella corte e, inglobando l’arco, si affacciava sulla via dei Banchi.
La volta dell’arco riproduce un cielo stellato, di colore blu intenso che dona all’ambiente un’atmosfera serena, a cui contribuisce anche la presenza di un dipinto ad olio risalente all’Ottocento raffigurante la Madonna. Questo quadro fu posto in sostituzione di  una scultura lignea, sempre della Vergine, risalente al 1500, molto venerata ma che venne tolta e non se ne seppe più niente.

All’ingresso dell’arco, in basso, sulla sinistra, è collocata una lapide che reca un’iscrizione in ricordo della terribile piena del Tevere verificatasi nel 1227. Rappresenta la più antica testimonianza delle esondazioni tiberine. il livello raggiunto dall’acqua è segnato dal un’incisione che divide l’epigrafe in due parti. 
L’iscrizione in origine si trovava sulla facciata della chiesa dei Ss. Celso e Giuliano, situata proprio lì vicino,  distrutta e ricostruita due volte proprio a seguito delle piene.

Il testo della lapide recita così : “Qui arrivò il Tevere, ma torbido; di qui sollecitamente si ritirò / l’anno del Signore 1277, nella sesta indizione, il settimo giorno del mese di novembre; la chiesa era vacante”. 
La chiesa era vuota perchè Giovanni XXI era morto e ancora non era ancora salito al soglio pontificio il suo successore Niccolò III.

Attrazioni nelle vicinanze: Musei Vaticani, Basilica di San Pietro, Castel Sant’Angelo.

Come arrivare: Prendete la linea A della metro e scendete alla fermata Ottaviano. Arriverete all’Arco dei banchi con una passeggiata di 20 minuti.

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