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Storia della Cappella Sistina

Tra le attrazioni più visitate e più note di tutta la Città del Vaticano, la Cappella Sistina è un luogo tutto da scoprire. Sono proprio i numerosi affreschi e le decorazioni ad aver reso, nel corso del tempo, la Cappella Sistina uno dei più bei capolavori dell’arte rinascimentale in Italia.

Si trova all’interno dei Musei Vaticani ed è una tappa obbligata per chi visita Roma. Come è noto le code all’ingresso dei Musei Vaticani sono sempre lunghissime. Se volete risparmiare tempo e la fatica dell’attesa vi consigliamo di procurarvi il biglietto on line che vi consentirà l’accesso prioritario.

STORIA DELLA CAPPELLA SISTINA

Ma voi la conoscete la storia della Cappella Sistina? Eccovi alcune brevi informazioni

1. La Cappella Papale del 1300

Poche sono le informazioni certe della prima cappella papale che sono arrivate fino ai giorni nostri. Gli storici datano questa cappella intorno al 1368, decorata dagli artisti Giottino e Giovanni da Milano.
Negli anni successivi, nel periodo chiamato Cattività Avignonese, un susseguirsi di lotte civili e l’abbandono dei monumenti romani rovinò la cappella papale costruita in Vaticano.

2. La Cappella Palatina di Papa Sisto IV

A seguito di questi accadimenti storici, i papi del XV secolo intrapresero un ampio progetto di ricostruzione e ristrutturazione. Il primo a portare avanti quest’opera fu Martino V anche se il più ricordato, per il numero di opere restaurate, fu papa Sisto IV.
Proprio quest’ultimo pontefice, professore di teologia nelle università italiane, iniziò un grande movimento per riportare le opere romane al loro splendore. Il progetto partì nel 1471, subito dopo la sua elezione, con la ricostruzione e la decorazione della cappella palatina del Palazzo Apostolico. Per questo, la cappella prende il nome proprio da papa Sisto IV.

3. Il progetto della Cappella Sistina

L’ampio progetto della Cappella Sistina fu affidato al disegno di Baccio Pontelli e prese piede a partire dal 1473. Si cominciò distruggendo i resti fatiscenti dell’edificio precedente, mantenendo intatte le fondazioni e le basi dei muri. I muri medievali vennero mantenuti fino alla prima cornice, così come rimase intatta la pianta asimmetrica dell’edificio. La costruzione venne comunque rinforzata con un basamento e il soffitto ricoperto da nuove volte.
Gli interventi di ricostruzione veri e propri iniziarono nel 1477, vennero supervisionati dall’architetto Giovannino Dolci e durarono circa 4 anni.

4. La funzione della Cappella Sistina

Già al tempo dei papi di Avignone la Cappella palatina apostolica detta Sistina veniva utilizzata per le cerimonie della corte papale. Alle cerimonie solenni del calendario liturgico partecipavano i personaggi più importanti della città. Il collegio dei cardinali, il senatore e i conservatori romani, i diplomatici più meritevoli e personalità illustri dell’ordine monastico si riunivano presso la Cappella Apostolica per le celebrazioni.

Il pontefice pensò che, per rendere omaggio ai personaggi importanti che frequentavano la sua corte, la Cappella Sistina dovesse essere particolarmente fastosa e decorata. Per questo motivo molti tra gli artisti più rinomati dell’epoca vennero chiamati a Roma dal papa e stipularono con lui un contratto di lavoro.

5. La decorazione della Cappella Sistina

I primi interventi di decorazione degli interni della Cappella Sistina risalgono al 1481, subito dopo la fine dei lavori di ricostruzione. Il primo artista a lavorarci fu il Perugino che aveva già collaborato con il papa per l’antica basilica di San Pietro in Vaticano.
La tradizione medievale, ancora in voga negli ultimi decenni del Quattrocento, impose la scelta di decorare la volta della Cappella con un cielo stellato. Se ne occupò Piermatteo d’Amelia.

A questo punto della storia entra in scena Lorenzo de’ Medici. L’illustre personaggio fiorentino punta ad un tentativo di riconciliazione con il Vaticano, che non lo aveva appoggiato nella Congiura dei Pazzi. Propone così al papa di ricevere alla sua corte i più ammirati artisti che lavoravano a Firenze.
Domenico Ghirlandaio, Sandro Botticelli e Cosimo Rosselli, ognuno con la propria squadra di collaboratori, partirono per Roma e si unirono agli altri artisti della corte del papa quali il Pinturicchio, Bartolomeo della Gatta e Piero di Cosimo.
Questi grandi nomi della pittura rinascimentale collaborarono e realizzarono gli affreschi che sono considerati tra i più belli di tutto il mondo.

Michelangelo a Roma

Tra i più importanti artisti dell’epoca è necessario ricordare anche Michelangelo Buonarroti. L’artista non si trovava a Roma in questo periodo, anzi se ne era andato per alcuni scandali che avevano interrotto i suoi rapporti con il papa.
Fu invece del papa Giulio II l’idea di chiamare Michelangelo per decorare la volta appena riparata dopo un cedimento che aveva compromesso il cielo stellato di d’Amelia.

L’artista rientrò a Roma nel 1508 e firmò subito un contratto per la decorazione della Cappella Sistina. In soli 4 anni Michelangelo completò la decorazione dei soffitti e delle volte di questa cappella apostolica. Inizialmente il suo dovere prevedeva la realizzazione delle figure dei 12 Apostoli, ma alla fine dei lavori si poterono contare più di 300 figure dipinte dall’artista.

Oltre agli affreschi della volta, l’opera più conosciuta di Michelangelo all’interno della Cappella Sistina è senza dubbio il Giudizio Universale, dipinto tra il 1536 e il 1541. Questo enorme affresco venne commissionato da papa Clemente VII per ricoprire la parete dietro l’altare.

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1. Dopo la morte di Michelangelo

Gli ultimi anni della vita di Michelangelo furono segnati dallo scandalo che si diffuse in Vaticano per i suoi dipinti di uomini e donne completamente nudi. La protesta fu portata avanti in particolare dal cardinale Carafa, che propose un’ampia censura sul lavoro del grande artista.
Michelangelo morì nel 1564 e fu proprio in quell’anno che venne approvata la legge di censura per i suoi affreschi. L’artista Daniele da Volterra venne quindi incaricato di coprire le nudità con alcuni indumenti. Le modifiche apportate al Giudizio Universale sono in seguito state cancellate e l’affresco osservabile oggi è il frutto di restauri che hanno riportato alla vita il prodotto originale.

2. La funzione della Cappella Sistina oggi

A partire dal 1878, e ancora ai giorni nostri, la Cappella Sistina è la sede del Conclave, l’assemblea che elegge il nuovo papa.
Con un particolare regolamento per quanto riguarda gli scrutini, il Conclave avviene solo in caso di decesso del papa o della rinuncia per motivi personali. I cardinali del consiglio si riuniscono nella Cappella Sistina e danno il via a votazioni per l’elezione del nuovo pontefice.
L’ultimo Conclave avvenuto nella Cappella Sistina è quello del 2013 che ha eletto, a seguito della rinuncia di Benedetto XVI, il cardinale Bergoglio a Papa Francesco I.

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Visitare la Cappella Sistina

La vostra visita ai Musei Vaticani non può prescindere dalla sua gemma più preziosa: la Cappella Sistina, capolavoro di assoluta bellezza che tutto il mondo ci invidia. 
Goethe diceva che “Senza aver visto la Cappella Sistina non è possibile formare un’idea apprezzabile di cosa un uomo solo sia in grado di ottenere”.
Perciò Visitare Roma e non dedicare una tappa del vostro itinerario a questa incredibile attrazione sarebbe davvero un peccato. Vi fareste sfuggire un’esperienza indimenticabile! 

La Cappella Sistina fa parte del percorso dei Musei Vaticani e vi si arriva accedendo dalla grande Sala Regia.
NB:
Vi segnaliamo che all’interno della cappella non si possono fare foto né video con o senza flash.

La visita alla Cappella Sistina

Appena entrati nella cappella, raggiungete il suo ingresso principale sulla parete est, quella più lontana, in modo da avere la visuale migliore della volta.
L’affresco, che ricopra quest’ultima per l’intera superficie (800 metri quadrati!), richiese a Michelangelo 4 anni di lavoro. L’artista lo organizzò in 9 scene centrali, la creazione di Adamo ed Eva, il peccato originale e la storia di Noè. Le scene sono inquadrate in elementi architettonici dipinti.

Nella prima scena a partire da est sono rappresentati:

  1. L’Ebbrezza di Noè seguita dal
  2. Il Diluvio universale e dal 
  3. Il sacrificio di Noè. Segue la scena del
  4. Il Peccato originale e la Cacciata dal Paradiso terrestre: Adamo ed Eva vengono cacciati dopo aver assaggiato il frutto proibito offertogli da Satana, rappresentato come un serpente dal corpo di donna
  5. La Creazione di Eva, a cui segue
  6. La Creazione di Adamo: questa è una delle scene più famose dell’arte occidentale, che rappresenta Dio barbuto che tocca con la punta del dito quello di Adamo, trasmettendogli il soffio vitale.
    Completano la sequenza a ritroso della genesi:
  7. Separazione della terra dalle acque
  8. Creazione degli astri e dei pianeti
  9. Separazione della luce dalle tenebre


Di fronte, sulla parete ovest, si trova l’incredibile Giudizio Universale, in cui il Cristo al centro sottopone al giudizio divino le anime dei morti che escono dalle tombe.
I salvati vengono fatti salire in cielo, i dannati invece vengono scaraventati nelle tombe.
Anche le pareti laterali presentano una serie di straordinari affreschi straordinari rinascimentali che raffigurano episodi della vita di Mosè.

Individuate e ammirate le Tentazioni di Cristo del Botticelli e la Consegna delle chiavi a San Pietro del Perugino.
Nella parte ricurva inferiore della volta, separate da cornici sono raffigurati i Profeti ebraici e le Sibille pagane. Queste ultime, dal corpo possente sono fra le più suggestive della volta.
Nelle 14 lunette sopra le finestre sono rappresentate le quaranta generazioni degli Antenati di Cristo, riprese dal Vangelo di Matteo.

IL GIUDIZIO UNIVERSALE

Venne dipinto 30 anni dopo gli affreschi  della volta. Il progetto, commissionato da Clemente VII e incoraggiato dal successore  Paolo III, scatenò molte polemiche sin dall’inizio. Prima perchè l’artista distrusse due affreschi del Perugino per preparare il muro. Poi quando il dipinto fu svelato, perchè la massa turbinante di 391 corpi nudi fece gridare allo scandalo. La reazione infatti fu tale che le autorità ecclesiastiche ordinarono che si coprissero le nudità. 

Al centro del dipinto c’è il Cristo con attorno, in una specie di vortice, le anime dei defunti uscite dalle tombe per affrontare il giudizio divino. I salvati salgono in cielo, mentre i dannati vengono scaraventati all’Inferno tra i demoni. A fare da corona a Gesù alcuni personaggi dell’Antico Testamento: apostoli, profeti, eroine, sibille e patriarchi. Inoltre compaiono santi, martiri e vergini. Egli, rappresentato seminudo, come un eroe classico, nell’atto di avanzare, ha lo sguardo rivolto verso destra.

Con la mano destra alzata chiama a sé i beati mentre con la mano sinistra destina i dannati alla profondità dell’Inferno. In posizione di poco inferiore a Gesù si trova la Madonna e volge lo sguardo a sinistra con espressione sofferta ma composta.
Nelle lunette sono rappresentai i simboli del martirio.

PARETI LATERALI

Gli affreschi delle pareti laterali, realizzati tra il 1481 e il 1482 sono opera di grandi maestri rinascimentali, tra cui Botticelli, Ghirlandaio, Pinturicchio, Perugino e Luca Signorelli. Illustrano episodi della vita di Mosè ( a sinistra del Giudizio Universale) e di Cristo (a destra).

3 CURIOSITA’ SULLA CAPPELLA SISTINA

  1. Il blu oltremare usato nel Giudizio Universale era costosissimo: in questa parte degli affreschi, contrariamente a quella della volta che ne ha una quantità minima, Michelangelo ne usò una quantità impressionante.
    All’epoca questo colore era ottenuto dai lapislazzuli, pietre preziosissime e perciò molto costoso.
    Gli artisti infatti esitavano ad adoperarlo, a meno che non fosse pagato da altri.
    Nel caso del Giudizio Universale i materiali li avrebbe pagati il papa (Giulio II, che aveva commissionato a Michelangelo la Cappella Sistina). Nel caso della volta, invece, visto che doveva far fronte lui stesso alle spese per affrescarla, il celebre artista, usò colori meno cari.

  2. Non è vero che Michelangelo lavorava da solo: Lo si è spesso detto, ma in realtà per tutto il corso dei lavori nella cappella si avvalse della collaborazione di assistenti che preparavano l’intonaco umido su cui poi il pittore dipingeva (come richiedeva a tecnica dell’affresco).

  3. Non è vero che Michelangelo dipingesse sdraiato: in realtà l’artista progettò un’impalcatura curva che gli permetteva di stare in piedi, anche se in posizione scomoda, piegato all’indietro.

Una volta usciti dai Musei Vaticani, se non siete troppo stanchi, potete pensare di andare a godervi le attrazioni che si trovano nelle vicinanze, come la Basilica di San Pietro o Castel Sant’Angelo.

COME RAGGIUNGERE LA CAPPELLA SISTINA

1. IN METRO
Partendo dalla Stazione Termini prendete la Linea A della Metro in direzione Battistini. Le fermate più vicine ai Musei Vaticani distano circa dieci minuti a piedi e sono Ottaviano-Musei Vaticani e Cipro.

2. IN BUS
Davanti all’ingresso dei Musei Vaticani si trova la fermata della linea 49.
In Piazza Risorgimento,  distante a 5 minuti a piedi , fanno capolinea le linee 3281 e 982.

3. MACCHINA
Potete parcheggiare la macchina nei parcheggi a pagamento sia sul Viale Vaticano sia nelle strade limitrofe.

4. TRENO
Arrivate alla stazione di Roma Termini e prendete la Linea A della Metro in direzione Battistini. Vi conviene scendere alle fermate Ottaviano-Musei Vaticani e Cipro, che distano  circa dieci minuti a piedi.

5. AEREO
Se arrivate a Roma in  aereo vi consigliamo di andare dall’aereoporto alla stazione di Roma Termini, dove si trovano Bus, Metro e Taxi che vi condurranno ai Musei Vaticani .

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Il Foro Romano

Racchiuso tra il Palatino, il Campidoglio, il Colosseo e Via dei Fori imperiali, il Foro Romano è sicuramente una tappa fondamentale per chi viene a visitare Roma.
Rappresentava il centro politico, giuridico, religioso ed economico della città. Insomma, era il cuore del potere romano.
Camminando tra le rovine degli edifici che lo hanno caratterizzato nel corso dei secoli, non si può non pensare con emozione che qui si sono poste le basi della cultura occidentale.
Per entrare le code sono sempre piuttosto lunghe. Vi consigliamo perciò, per risparmiare tempo e fatica, di acquistare i biglietti on line.
Se avete il Roma Pass, il biglietto fa parte del ticket cumulativo che permette di visitare Colosseo, Palatino e Foro Romano.
Quest’attrazione è compresa anche nel Vaticano Pass e la la Roma Tourist card.

COME ARRIVARE

A piedi – Se vi ti trovate nel centro storico di Roma, potete facilmente raggiungerlo a piedi. È situato vicino al Colosseo e al Campidoglio, e molti degli altri principali siti turistici di Roma sono a breve distanza
Bus – Ci sono diverse linee di autobus che fermano vicino al Foro: Bus – 75,  Bus –  780, Bus – 85, Bus – 87
Metro: la stazione più vicina é “Colosseo” sulla linea B. Dalla stazione arriverete con una passeggiata di pochi minuti.

VISITARE IL FORO ROMANO

Visitare il Foro Romano: tutti i monumenti

La meraviglia del Foro romano. Foto: Raffaella Brunetti

 

Accedendo da Largo della Salara Vecchia (si può entrare anche dal Palatino o dall’ingresso vicino all’arco di Tito), troverete il Tempio dedicato alla memoria di Antonino ed Faustina. Eretto nel 114 a.c. fu trasformato in seguito nella chiesa di San Lorenzo in Miranda.
È uno dei meglio conservati nel Foro e offre un’importante testimonianza dell’architettura e della cultura romana di quell’epoca
Sulla destra potrete ammirare invece la Basilica Emilia, edificio pubblico risalente al 179 a.c.. Era lungo 100 metri e la sua facciata era costituita da un portico a due piani.
Alla fine della strada arriverete sulla Via Sacra, la principale arteria del foro, e al Tempio del Divo Giulio.  Questo venne  costruito dall’imperatore Augusto sul luogo dove si erano svolti i funerali di Cesare e inaugurato nel 29 a.c.
Percorrendo la Via Sacra sulla destra arriverete alla Curia Iulia, sede del senato dell’antica Roma. Era il luogo principale dove venivano discusse le questioni politiche, amministrative e legislative dell’antica Roma.
Quella che ammiriamo oggi ha l’aspetto che aveva sotto Diocleziano (284-305 d.c.), frutto di un radicale restauro risalente al 1937.
Davanti alla Curia si trova il Lapis Niger, grande pietra di basalto nero, posta a livello del suolo.
Secondo la leggenda, il “Lapis Niger” era il luogo in cui Romolo, il leggendario fondatore di Roma, fu sepolto o ucciso. Non ci sono però prove archeologiche o storiche che confermino questa leggenda. Alcuni studiosi pensano che fosse invece un santuario o un luogo di culto. Altri ancora credono che fosse parte di una struttura di importanza politica o religiosa.

Al termine della Via sacra si erge il monumentale arco di Settimio Severo. Fu costruito per commemorare le vittorie dell’imperatore e dei suoi figli, Caracalla e Geta, nelle campagne militari in Oriente.
Vicino all’arco si trovano i Rostri, la tribuna degli oratori, decorata da rostri di navi nemiche.
Di fronte, proprio al centro della piazza del Foro, luogo di incontro e di commercio della Roma antica, si innalza la Colonna di Foca, imperatore bizantino del VII a.c.

Visitare il Foro Romano e il Palatino. Informazioni utili

Foto di Anna Dalmasso

Dietro la colonna ci sono otto colonne in granito. Sono tutto ciò che resta del Tempio di Saturno, uno dei più importanti della Roma antica e dove veniva conservato il tesoro dello stato (erario).
Alle sue spalle da nord a sud si trovano le rovine del Tempio della Concordia, le tre colonne rimaste del Tempio di Vespasiano e il Portico degli dei Consenti.

Lungo la strada parallela alla via Sacra troverete la Basilica Giulia, iniziata da Giulio Cesare e terminata da Augusto. Era utilizzata principalmente come edificio per attività giuridiche e commerciali, oltre che per le riunioni del Senato romano.
Fu gravemente danneggiato nel corso del tempo e oggi rimangono solo pochi resti delle sue colonne e delle fondamenta.
Al fondo della Basilica svettavano le tre colonne del Tempio di Castore e Polluce, chiamato anche Tempio dei Dioscuri, edificato nel V secolo.
La vicina Chiesa di Santa Maria Antiqua è la più antica chiesa cristiana del Foro (datata VI secolo).
Tornando poi verso la Via Sacra incontrerete la Casa delle Vestali, dove abitavano le vergini addette alla custodia del fuoco sacro del vicino Tempio di Vesta

Risalendo la Via Sacra, superato il Tempio del Divo Romolo, arriverete alla Basilica di Massenzio. Conosciuta anche come la Basilica di Costantino e Massenzio, rappresenta l’edificio più grande e meglio conservato del Foro.
Iniziata da Massenzio nel 308 e conclusa da Costantino, era lunga 100 metri e larga 60.
Poco oltre c’è l’Arco di Tito,  edificato nell’81 d.c, dopo la morte dell’imperatore Tito, figlio di Vespasiano, a celebrazione della vittoria sui ribelli di Gerusalemme.  Uno dei meglio conservati archi trionfali romani, ha avuto un’influenza significativa sull’architettura trionfale successiva.

IL PALATINO

Situato tra il  Velabro e il Foro Romano, il Palatino è una delle zone più antiche della città.
Secondo la tradizione, qui si trovava il primo insediamento di Roma, fondata attorno alla metà dell’VIII secolo a.c.
Qui gli scavi hanno portato alla luce resti di capanne e tombe risalenti all’età del ferro e la fortificazione più antica, databili proprio all’VIII secolo a.c.
Sede di importanti culti cittadini, come quello della Magna Mater (la dea Cibele), fra il II e I secolo a.c., divenne il quartiere residenziale dell’aristocrazia Romana.
È un esempio la Casa dei Grifi, che conserva bellissime decorazioni pavimentali e pittoriche.
Prende il nome dalla presenza di raffigurazioni di grifi, creature mitologiche metà aquila e metà leone, che decorano alcune delle strutture.
Il Palatino inoltre, dopo che Augusto lo scelse come sede della sua residenza, divenne il luogo dei palazzi imperiali.
Qui si trovavano la Domus Tiberiana, la Domus Transitoria, la Domus Aurea e la Domus Flavia. Proprio per questo nel corso del tempo il toponimo Palatium è diventato sinonimo di Palazzo.
Tra i siti più famosi sul Palatino ci sono la Casa di Augusto, la Casa di Livia, il Palazzo di Domiziano e l’area del ​​Tempio di Apollo.
I manufatti più significativi ritrovati nel corso degli scavi sono conservati nel Museo Palatino, dove al piano terra sono esposti i reperti che riguardano la storia più antica, mentre al primo piano potrete ammirare opere d’arte del periodo imperiale.

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Da dove fotografare il Foro

Ci sono diversi punti strategici da cui potete fare i vostri scatti panoramici:

  • Piazza del Campidoglio: offre una vista incantevole sul Foro, specialmente di notte quando i monumenti sono illuminati
  • Colosseo: dalla parte anteriore o laterale del Colosseo, potrete godere di una veduta panoramica del Foro Romano. Dalla parte superiore del Colosseo avrete una prospettiva elevata.
  • Campidoglio:  situato sul Monte Capitolino, di qui potrete ottenere una vista in prospettiva. La piazza del Campidoglio offre un’eccellente visuale su tutta la zona.
  • Via dei Fori Imperiali: questa strada offre varie opportunità per fotografare i monumenti antichi da diverse angolazioni
    Giardino degli Aranci sull’Aventino: da qui si ha una vista panoramica su tutta la città.  Potrete scattare foto dal belvedere all’interno del giardino
  • Palatino: una delle sette colline di Roma  offre molte vedute panoramiche sul Foro Romano.
  • Terrazza del Vittoriano: anche di qui avrete una magnifica vista su Roma e sul Foro.
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La Pinacoteca Vaticana

Inaugurata nel 1932, la Pinacoteca Vaticana ospita tra i le più importanti opere di artisti come Caravaggio, Raffaello, Giotto e Leonardo.
E’ un meraviglioso palazzo costruito per volere del papa Pio XI per accogliere la collezione di dipinti più importante della città del Vaticano.
Fa parte dei Musei Vaticani e insieme alle Stanze di Raffaello, al Museo Pio-Clementino  alla Galleria delle Carte Geografiche e ovviamente alla strepitosa Cappella Sistina (qui per assicurarvi l’ingresso prioritario) è una delle cose che non dovete assolutamente perdervi.
Poichè le file all’ingresso sono molto lunghe vi consigliamo di prenotare on line i biglietti. Avrete diritto all’accesso prioritario e risparmierete forze per la visita!

Ecco che cosa visitare e come farlo.

Le sale della Pinacoteca Vaticana

I 460 capolavori che costituiscono la Pinacoteca Vaticana sono esibiti all’interno del palazzo e suddivisi in 18 sale principali. Le opere vengono esposte seguendo un ordine cronologico e secondo la scuola di appartenenza.
La prima sala ospita dipinti dei cosiddetti “primitivi” italiani, artisti vissuti in epoca medievale, mentre la seconda sala è dedicata a Giotto e al periodo tardogotico. Si prosegue con la terza sala, dove si trovano dipinti di Filippo Lippi e del Beato Angelico.
Seguono alcune sale con dipinti del XV secolo. Tra questi, la sala dei polittici (pale d’altare costituite da alcuni pannelli dipinti separati) è tra le più visitate.

Le sale seguenti ospitano alcune tra le più note, nonchè  più importanti, opere di artisti italiani:

Perugino (Sala VII).
Raffaello (Sala VIII).
Leonardo (Sala IX).
La pittura veneta (Sala X).
Caravaggio (Sala XII).

Il miglior modo per visitare la Pinacoteca è quello di seguire l’ordine temporale, dalla prima all’ultima sala..

Come visitare la Pinacoteca Vaticana

Il Palazzo della Pinacoteca Vaticana è stato appositamente costruito nel Giardino Quadrato, uno spazio tranquillo e con ottima luce per esaltare naturalmente le opere d’arte.
Raggiungerlo da qualsiasi angolo di Roma è possibile con i mezzi pubblici o con i taxi. Le fermate più vicine, a circa 5 – 10 minuti a piedi dalla Pinacoteca, sono “Ottaviano” e “Largo Trionfale”.

Visitare la Pinacoteca dei Musei Vaticani è possibile dal lunedì al sabato, dalle 9.00 alle 18.00. La Pinacoteca è aperta solamente l’ultima domenica di ogni mese, la mattina tra le 9.00 e le 14.00.

I biglietti per la accedere alla Pinacoteca sono quelli per i Musei Vaticani e includono anche una delle attrazioni più note della Città del Vaticano, la Cappella Sistina.

Dove si trova

Storia della Pinacoteca Vaticana

Il Vaticano è stato proprietario di opere d’arte fin dalla notte dei tempi. In principio, però, le opere venivano spostate di luogo in luogo, senza avere una fissa dimora. Papa Pio VI iniziò una collezione di 118 dipinti già a partire dal 1790. Questa collezione non ebbe una grande durata: il papa fu infatti costretto a trasferire in Francia alcuni capolavori, a seguito del Trattato di Tolentino del 1797.
Per vedere sorgere una vera e propria pinacoteca, intesa come uno spazio aperto alla visita del pubblico, bisogna attendere la caduta di Napoleone. Conseguentemente al Congresso di Vienna, inoltre, moltissimi capolavori vennero restituiti al Vaticano.
La collezione pontificia si ampliò via via fino a raggiungere un totale di circa 460 dipinti, visitabili a partire dal 1932 all’interno del palazzo costruito dall’architetto Luca Beltrami su volere di papa Pio XI.

Visitare i Musei Vaticani - Pinacoteca. Biglietti

Pinacoteca Vaticana, angelo musicante di Melozzo da Forlì

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La cupola di San Pietro

Simbolo della Città del Vaticano e di Roma Stessa, la cupola di San Pietro (QUI per i biglietti), per i romani “er Cupolone”, è una delle cupole in muratura più grandi del mondo, capolavoro artistico che segna il passaggio dall’architettura rinascimentale a quella barocca.
Qualunque sia la durata del vostro soggiorno per visitare Roma, sarà sicuramente una tappa fondamentale dell’itinerario che vi condurrà alla scoperta della città eterna.
Non potete tornare a casa senza averla vista!
Se avete tempo vi consigliamo di provare l’esperienza di salire fino in cima. I gradini sono 551 e potrete scegliere se salirli tutti a piedi, oppure prendere l’ascensore fino più o meno metà strada, per poi continuare a piedi e salire 320 gradini.
La salita è lunga e stretta, ma una volta arrivati in cima alla cupola della Basilica di San Pietro verrete ricompensati da uno strepitoso panorama sui tetti di Roma.
Potrete ammirare la città da ben 130 metri d’altezza!
L’ingresso della cupola si trova sul lato destro del portico ed è indicata da cartelli.
Se decidete di arrivare con la metropolitana dovete prendere la linea A e scendere alla fermata Ottaviano San Pietro.

Progettata da Michelangelo Buonarroti a partire dalla fine del 1546, fu interrotta alla sua morte nel 1564, quando la sua costruzione era giunta all’altezza del tamburo.
Continuarono i lavoro Giacomo della Porta e Domenico Fontana che riuscirono, grazie al lavoro di circa 800 operai, a terminare l’opera a tempo di record, in soli 22 mesi, nell’estate del 1590.
Durante il pontificato di Clemente VIII (1592-1605) venne completata la lanterna e si rivestì la cupola di lastre di piombo.
Nel 1593 venne collocata sulla cuspide della lanterna la grande sfera di bronzo dorato sormontata dalla croce, opera di Sebastiano Torrigiani.

Consigli prima di salire

  1. Evitate di andare nelle ore di punta (8.30-11.00 circa) optando invece per l’orario di pausa pranzo, tranne la domenica durante e dopo l’Angelus del Papa che ha inizio alle 12.00.
  2. Ricordatevi di non portare con voi cose che potrebbero far suonare il metal detector e ritardare così la fila.
  3. Vestitevi con abiti consoni alla sacralità del luogo. No quindi a minigonne, pantaloncini o canottiere.
  4. Se avete problemi di cuore o siete  claustrofobici evitate di salire. L’esperienza non è inoltre consigliabile se avete con voi bambini piccoli.

Cupola di San Pietro: com’è fatta

1. L’ESTERNO

Di forma ogivale, diversa da come era stata progettata da Michelangelo,  ha una struttura a doppia calotta che si eleva su un basamento diviso in 3 parti.
Da questo partono gli otto contrafforti del tamburo, costituiti da doppie colonne inquadranti delle finestre.
I contrafforti sostengono una trabeazione, su cui sovrasta un attico decorato con pannelli con decorazioni vegetali.
La cupola ha degli abbaini che permettono alla luce di entrare all’interno. La lanterna è invece formata da tre diverse decorazioni: la parte inferiore ha colonne binate, la mediana delle volute e la parte superiore dei candelabri.
Completa la cupola una sfera di bronzo sormontata da una croce.

 2. L’INTERNO

All’interno della Basilica il cavo della cupola si eleva per 117,57 metri.
La sua struttura è sorretta da quattro grossi pilastri intitolati a quattro santi, le cui statue sono poste in nicchie disegnate dal Bernini.
Ognuna delle statue custodiva una preziosa reliquia: la punta della lancia di Longino che trafisse il fianco del Cristo, il sudario usato dalla Veronica per asciugare il volto di Gesù che vi rimase impresso, un frammento della croce trovato da Sant’Elena, la testa di Sant’Andrea.
Giuseppe Cesari, detto il Cavalier d’Arpino progettò la decorazione interna.
Nelle lunette della base ci sono raffigurati sedici vescovi e patriarchi, immediatamente sopra compaiono la Vergine Madre, Cristo, San Giovanni e i dodici Apostoli.
A seguire vennero realizzati i mosaici di quattro ordini di angeli con tanto di cherubini e serafini. La base della lanterna è decorata da un cerchio blu pieno di stelle e al centro della lanterna è dipinta l’immagine di Dio.
Nell’anello interno a chiusura della lanterna si trova la scritta: S. PETRI GLORIAE SIXTUS PP. V. A. MDXC PONTIF. V (A gloria di San Pietro, papa Sisto V, nell’anno 1590 del suo pontificato).

SALIRE SULLA CUPOLA

Il primo punto di arrivo della salita, sia che decidiate di effettuarla a piedi o invece in ascensore, è la balconata posta alla base della cupola. Da qui, guardando in basso potrete apprezzare il meraviglioso baldacchino del Bernini e tutto l’interno della basilica. Alzando gli occhi potrete godere dei bellissimi mosaici che decorano il cavo della cupola.

Città del Vaticano vista dalla Cupola di San Pietro

Città del Vaticano vista dalla Cupola di San Pietro

 

Dal balcone, per arrivare il cima, fin sotto la sfera d’oro, bisogna salire i gradini di una stretta scala a chiocciola che passa tra le due calotte (i gradini sono piccoli e obliqui ma c’è una corda a cui tenersi per aiutarsi nella salita). Questa è la parte più faticosa ma sicuramente la più affascinante.

Una volta usciti sul terrazzo la vista, a 360 gradi, è impagabile: Roma è letteralmente ai vostri piedi, con tutte le sue attrazioni che l’hanno resa famosa in tutto il mondo.
Potrete anche avere una bellissima vista su città del Vaticano e suoi magnifici giardini. Le foto sono d’obbligo!

ORARI

1 ottobre -31 marzo dalle 8.00 alle 17.00
1 aprile – 30 settembre  dalle 8.00 alle 18.00

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Il Pantheon

Il Pantheon, con la sua cupola, la più grande in muratura mai costruita, è una delle attrazioni di Roma da non perdere. Assolutamente da inserire nell’elenco delle cose da vedere, è uno dei simboli della Capitale.

L’edificio rappresenta una delle costruzioni antiche meglio conservate della città e visitare il suo interno è un’esperienza unica ed emozionante. Anche perché del tutto inaspettata. Gli esterni, infatti, grigi e usurati dal tempo, non lasciano immaginare la magnificenza degli interni.
Se siete a visitare Roma in 3 giorni, o qualunque sia la durata del vostro soggiorno nella città eterna, una tappa per ammirare il Pantheon è d’obbligo.

1. Storia del Pantheon

L’edificio venne costruito dall’imperatore Adriano tra il 118 e il 125 d.c. su un tempio precedente edificato nel 27 ac da Marco Vipsanio Agrippa, generale e genero di Augusto.
A testimonianza rimane  l’iscrizione del timpano, appartenuta al tempio più antico e poi riposizionata sulla nuova costruzione.
Il tempio venne distrutto due volte, la prima nell’80 per un incendio e poi nel 110 d.c. per un fulmine.

Nato come tempio dedicato a tutti gli dei, nel 609 il Pantheon venne consacrato a chiesa cristiana da Papa Bonifacio IV, in onore della Madonna e tutti i martiri.
Ancora oggi infatti sia chiama Basilica di Santa Maria ad Martyres. 
Anche se non fu saccheggiata come altri templi pagani (perchè era diventata una chiesa) molti materiali degli esterni vennero prelevati e utilizzati.
Le lastre di bronzo del soffitto del pronao ad esempio vennero fuse per fare il baldacchino del Bernini nella Basilica di San Pietro.
La sua incredibile cupola venne studiata dal Brunelleschi per il progetto del Duomo di Firenze e diventò una sorta di mausoleo.
Ospita infatti le tombe di Raffaello, Vittorio Emanuele II e quella Umberto I.

Visitare il Pantheon dall'esterno

2. ESTERNI

Il Pantheon di Roma  (QUI per i biglietti!) si affaccia sulla vivace Piazza della Rotonda. Ha un monumentale portico all’ingresso, con 16 colonne corinzie (alte 13 metri e realizzate con un unico blocco di granito egiziano) che sorreggono il frontone triangolare.
Le porte di bronzo sono ancora quelle originali restaurate nel XVI secolo. Non rimane quasi nulla dei rivestimenti, ma si possono vedere staffe e buchi che indicano dove era fissato il marmo.

Gli interni del Pantheon a Roma. Visitare

3. INTERNI

Sono ricoperti di marmo e sembrano enormi quando vengono colpiti dalla luce che entra dall’oculos ( 8,7 metri di diametro).
Questo effetto, che lascia sbalorditi quando si entra, era voluto. Serviva infatti per aumentare la soggezione davanti agli dei.
Di fronte all’entrata c’è l’altare maggiore, su cui si trova un’icona di Madonna con bambino risalente al VII secolo.
Sulla sinistra c’è la tomba di Raffaello e accanto quella di Umberto I e Margherita di Savoia. Sulla destra invece la tomba di Vittorio Emanuele II.

Cose da vedere a Roma: il Pantheon

4. LA CUPOLA

É la più importante opera architettonica di Roma antica e la più grande mai costruita in calcestruzzo senza rinforzi.
Ha un diametro di 43,44 metri e la sua misura è uguale all’altezza dell’edificio.
Viste le dimensioni venne adottata una tecnica particolare, ovvero quella dell’alleggerimento del calcestruzzo.
Man mano che si sale verso l’alto sono stati infatti utilizzati diversi materiali di costruzione, in accoppiamento con il calcestruzzo: nella parte bassa mattoni, poi salendo tufo e alla fine pietra pomice e lapilli vulcanici vicino all’oculo.
L’interno della cupola è composta da cassettoni realizzati in calcestruzzo direttamente sulla centina di legno. Essi hanno una triplice funzione: estetica, di stabilità e funzionalità (ha permesso la rapida asciugatura per carbonatazione della malta, ossia la reazione dell’acqua con il carbonato di calcio del calcestruzzo).

COME ARRIVARE

A piedi: da Largo di Torre Argentina camminare su Via di Torre Argentina e continuare su Via della Rotonda per 400 metri

Con il  bus: n° 30, 40, 62, 64, 81, 87 e 492 fino a Largo di Torre Argentina. Continuare a piedi su Via di Torre Argentina e Via della Rotonda.

Con la metro prendere la linea A della metropolitana, scendere alla fermata “Barberini” e continuare a piedi su Via del Tritone fino a Largo Chigi. Svoltare su Via del Corso e su Via del Caravita fino a raggiungere la destinazione.

CURIOSITA’

  1. Ogni 21 aprile, a mezzogiorno, in occasione del Natale di Roma, il sole entra nell’oculus del Pantheon (del diametro di 9 metri) con un’inclinazione tale da creare un fascio di luce che centra perfettamente il portale d’ingresso.  Questo evento porta indietro nel tempo il visitatore all’ingresso trionfante dell’imperatore Augusto. A quell’ora esatta, infatti,quando l’Imperatore varcava la soglia del tempio, tutto il suo corpo era immerso nella luce
  2. Altezza e ampiezza del cerchio luminoso cambiano secondo le stagioni.
  3. Nel corso della giornata il fascio di luce percorre le pareti donando loro vita e facendole risaltare
  4. All’interno dell’edificio si può vivere l’esperienza del del contrasto tra la potenza dell’architettura e la vertigine del vuoto, ma anche il magnifico equilibrio tra penombra e luce.
  5. La cupola del Pantheon è stata una delle prime ad essere stata costruita senza l’uso di impalcature interne.
  6. I cassettoni che decorano il soffitto non hanno solo una funzione estetica. Servono anche a ridurre il peso complessivo della cupola, distribuendo uniformemente il carico sulla struttura sottostante.
  7. Dentro piove ma non si creano pozzanghere: il centro infatti è concavo e i lati sono spioventi.
    Ci sono poi 22 fori che raccolgono l’acqua che defluisce grazie a un sistema di canali
  8.  Il detto popolare “Quod non fecerunt barbari fecerunt Barberini” (Quello che non fecero i barberi fecero i Barberini) si riferisce al fatto che ai romani piacque il fatto che papa Urbano Barberini, per la costruzione del baldacchino barocco di san Pietro utilizzo ò del materiale bronzeo tolto dal portico del Pantheon.
  9. Sul lato interno della porta principale ci sono due campanili. Sostengono le campane che suonano per le funzioni religiose e non sono visibili da fuori.
  10. L’edificio potrebbe accogliere al suo interno una sfera, perché la sua altezza è perfettamente uguale al suo diametro.

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Cenci Bed & Breakfast Fontana di Trevi

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La piccola maison

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Da dove fotografarlo

Ci sono diversi punti strategici da cui puoi fotografare questa attrazione per catturare la sua bellezza. Eccone alcuni:

  • Piazza della Rotonda: é proprio davanti. Di qui si ha un’ottima vista frontale del monumento. Trovare un punto al centro della piazza ti permetterà di includere  nella tua inquadratura l’intera facciata
  • Fontana: situata proprio di fronte all’edificio, questa fontana offre una prospettiva unica, con l’acqua che aggiunge un tocco di bellezza e movimento alle tue foto. Puoi cercare di fotografarlo attraverso gli spruzzi d’acqua della fontana per aggiungere un elemento dinamico alle tue immagini.
  • Ponte Umberto I: attraversando il  Tevere, il Ponte Umberto I offre una vista panoramica da lontano. Dalla parte opposta del fiume, puoi catturare l’intero edificio insieme al suo riflesso sull’acqua, creando un’immagine suggestiva.
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Il Bioparco di Roma

Una tappa al Bioparco di Roma può essere un’ottima idea, specialmente se avete messo in conto di visitare la Capitale con bambini. Gli farete un regalo bellissimo, avranno modo di divertirsi e allo stesso tempo rendersi conto di quanto diversa e meravigliosa sia la natura.

Lo Zoo di Roma ospita infatti  1200 animali di circa 150 specie tra rettili, mammiferi e uccelli e un’enorme varietà di piante, sia mediterranee che esotiche.
Si trova in piazzale del Giardino Zoologico n. 1 ed è facilmente raggiungibile sia con i mezzi pubblici che con l’auto.

Il nostro consiglio è quello di arrivare già con i biglietti in mano. Se li acquistate on line salterete la fila (i vostri pargoli vi ringrazieranno!) e potrete subito cominciare a godervi la visita.


1. Gli animali del Bioparco di Roma

Tutti gli animali che potrete ammirare in questa attrazione di Roma sono nate all’interno del bioparco oppure arrivano da altre strutture zoologiche.
Contrariamente a quanto succedeva un tempo infatti gli animali non vengono più acquistati o prelevati dal loro habitat naturale. Per fortuna è cambiato il concetto di zoo.

Grazie alla rete di strutture zoologiche che fanno capo all’EAZA (European Association of Zoos and Aquaria, l’organizzazione che associa gli zoo e gli acquari dell’Unione europea), animali vengono trasferiti da un posto all’altro seguendo criteri e modalità che rispettano innanzitutto il loro benessere e seguendo le raccomandazioni fornite dal coordinatore EEP della specie in questione (si occupa di raccogliere informazioni sullo status di tutti gli individui della specie di cui si occupa ospitati nei giardini zoologici e acquari EAZA).

Gli spostamenti degli animali inoltre vengono decisi in base alla disponibilità di spazio e risorse e alle condizioni di mantenimento, che devono essere adatte a soddisfare le esigenze degli animali.

Un esemplare di Ibis Rosso al Bioparco di Roma.
Foto: Felice Marra

2. Le piante

Sono ben 17 gli ettari della superficie su cui si sviluppa il Bioparco di Roma e che ospita  una ricca collezione arborea che comprende piante tipiche della zona mediterranea (potrete ammirare lecci, il pini domestici, sughere) ma anche molte specie esotiche (palme, le magnolie, le diverse specie di cedro e la canfora).
Nel concetto di zoo moderno le piante hanno un ruolo molto importante perchè si cerca ricostruire l’habitat originario dell’animale ospitato, usando piante simili o originarie delle sue zone di provenienza. 
Questo per fare in modo che gli animali abbiano a disposizione spazi più confortevoli e naturali e chi visita abbia una visione più globale degli ecosistemi.

 

3. Un po’ di Storia

1) Il giardino zoologico di Roma è lo zoo più antico d’Italia.
Fu infatti inaugurato il 5 gennaio 1911 per volontà dell’architetto Carl Hagenbeck. In quel periodo lo scopo dei giardini zoologici era quello esclusivamente ricreativo, cioè erano finalizzati al divertimento del pubblico con la sola esposizione di animali esotici e rari.

2) Si deve ad Hagenbeck la rivoluzione degli zoo perchè sostituì le gabbie con i fossati

3) Nel 1935 l’architetto Raffaele De Vico amplia il guardino zoologico di Roma, facendo raggiungere la sua superficie agli odierni 17 ettari di cui facevano parte anche un rettilario e una grande voliera a struttura geodetica , unica in Europa.

4) In poco tempo lo zoo diventa dei più importanti d’Europa, e ancora più bello di quelli di Parigi e Berlino che erano stati costruiti costruiti con vecchi sistemi.

5) Col passare del tempo e a causa delle due Guerre Mondiali  lo zoo entra sempre di più in decadenza.

6) Nel 1994 si pensa di trasformare il giardino zoologico in Bioparco il cui progetto  vede la luce nel 1998 e viene trasformato nell’attuale Fondazione avvenuta nel 2004.

7) Oggi il Bioparco di Roma su basa sui pilastri della conservazione delle specie minacciate di estinzione, e dell’educazione nei confronti della tutela della biodiversità e la ricerca scientifica.

REGOLE DA SEGUIRE 

Durante la visita al Bioparco di Roma avrete la possibilità di conoscere e capire l’ambiente che vi circonda e di conseguenza  sarà molto importante rispettarlo. 
Per questo bisognerà osservare alcune regole che permetteranno il benessere degli animali e di visitare in sicurezza. 

  • non date da mangiare agli animali. Loro hanno infatti una dieta bilanciata da seguire
  • non oltrepassate le recinzioni:  potrebbe essere un pericolo per voi e per gli animali stessi
  • non disturbate  con urla, schiamazzi, rumori molesti
  • non entrate con palloncini, palloni, skateboard, biciclette, monopattini, pattini a rotelle e scarpe contenenti rotelle
  • non portate con voi cani o altri animali, eccetto i cani guida;
  • non battete sui vetri e sulle recinzioni
  • non lanciare oggetti agli animali
  • non salite a bordo del trenino con passeggini (all’interno del bioparco è a disposizione un parcheggio incustodito)
  • non entrate con passeggini all’interno del Rettilario (c’è a disposizione un parcheggio incustodito)

N.B. Non esiste un deposito bagagli e deposito alimenti (valigie, cibo e altri effetti personali).

COME ARRIVARE AL BIOPARCO DI ROMA

Dal centro quest’attrazione di Roma si può raggiungere con facilità con il tram, l’autobus o la metropolitana.

  • Tram: n° 19. Scendete alla fermata Bioparco
  • Bus: n° 3, 52, 53, 926, 217, 360, 910 ( si ferma in corrispondenza dell’ingresso del Bioparco solo il sabato, la domenica e i festivi)
  • Metropolitana:  prendete la linea rossa della metropolitana (metro A) e scendete alla fermata Flaminio e Spagna
  • Macchina: uscita Salaria centro – Parioli del GRA

ORARI

1 gennaio – 25 marzo dalle 9.30 alle 17.00
26 marzo – 19 ottobre  dalle 9.30 alle 18.00 
30 ottobre  – 31 dicembre dalle 9.30 alle 17.00

Poiché gli animali hanno particolari loro esigenze, alcuni raparti chiuderanno ad orari diversi. In particolare:

  • RETTILARIO: 60 minuti prima dell’orario di chiusura del parco
  • FELINI (leoni, linci, leopardi, tigri): 60 minuti prima dell’orario di chiusura del parco
  • SCIMPANZÉ: 45 minuti prima dell’orario di chiusura del parco
  • GIRAFFE, ORSI, ELEFANTI, RINOCERONTI: 30 minuti prima dell’orario di chiusura del parco

Vicino al Bioparco di Roma ci sono altre attrazioni da non perdere, come la Galleria Borghese,  la regina di tutte le collezioni private, che ospita, tra le altre, opere di Caravaggio, Bernini, Rubens, Tiziano, o il Museo Carlo Billotti. E’ piccolino e conta solo 23 pezzi, di cui 18 opere di Giorgio de Chirico, compresa la famosa scultura “Ettore e Andromaca”, situata all’ingresso.

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Il laghetto dell’Eur

Nel caso vi troviate a visitare Roma per più di 3 giorni e vogliate passare una giornata in un luogo fuori dai soliti itinerari turistici, il Laghetto dell’EUR fa al caso vostro.
Specialmente se siete a Roma con bambini. È una zona ben tenuta e pulita.

Lo potete raggiungere facilmente con la linea B della metro. Potete scendere alla fermata Eur Palasport (ve la consigliamo perché arriverete al lago in soli 8 minuti a piedi) e la fermata Eur Fermi.

Il laghetto artificiale si trova all’EUR (Esposizione Universale Roma), uno dei quartieri più suggestivi della capitale.
Lungo circa un chilometro, ha una larghezza che varia tra i 60 e 130 metri, una profondità media di circa 3 metri ed una superficie di 85.120metri quadrati.
È sovrastato da una collina sulla quale si erge il Palazzo dello Sport e sul lato Nord-Ovest la Piscina delle Rose.
Fa parte del Parco Centrale dell’EUR, ideato da Marcello Piacentini e Raffaele De Vico per l’Esposizione Universale che avrebbe dovuto tenersi a Roma nel 1942.
Lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale ne ha impedito la realizzazione che si è concretizzata solo negli anni Cinquanta in occasione delle Olimpiadi di Roma del 1960.
Qui si trova un’incredibile varietà di flora (cedri del libano, lecci, pini, palme, taxus disticum…) e fauna (carpa, carassio, tinca, gabbiani, anatidi…).

1. Quando andare al laghetto dell’Eur

Il periodo migliore per visitarlo è in primavera, quando, tra la metà di marzo e i primi di aprile si può godere della splendida fioritura dei sakura. Sono i ciliegi giapponesi che ornano la Passeggiata del Giappone, progettata sempre dal De Vico e che corre lungo il lago.
È un bellissimo posto dove rilassarsi a leggere un libro o portare i bambini a giocare.
I sakura erano stati donati alla città di Roma dal primo ministro giapponese che venne in visita a Roma in occasione delle Olimpiadi del 1960.

2. Cosa fare

Se decidete di passare la giornata qui avrete diverse occasioni di svago.
Andando il sabato o la domenica potrete prendere il traghetto all’imbarcadero Happy Lake e fare un giro del lago (dura 18 minuti circa). Diversamente potrete affittare un pedalò, una canoa o una barca a remi.
Qualora foste con bambini al seguito  potete portarli a Fun City presso la Piscina delle Rose dove si trova un Parco Gonfiabili. Si divertiranno!
Continuando la passeggiata sul lato corto del lago potrete fermarvi a dare da mangiare alle papere oppure gustarvi un gelato da Giolitti.

Se non volete fare attività particolari  potrete semplicemente passeggiare godendovi il paesaggio, l’ombra degli alberi, la piacevolezza del luogo immersi nel verde, respirando un’aria serena.

Giardino delle cascate all'EUR: visitare Roma

Vicino all’imbarcadero si trova il Giardino delle Cascate (aperto dalle 7.00 alle 20.00), sicuramente una curiosità da vedere a Roma.
Inaugurato nel 1961 su progetto del De Vico, si estende per circa 42.000 mq tra zone verdi, fontane, vasche, cascate e getti d’acqua, che creano un effetto scenografico molto bello.
A impreziosire il tutto una serie di rocce, piante di specie diverse, pietre naturali e rocce. Le cascate, oltre a creare un effetto scenico, servono ad ossigenare le acque del lago.

Il giardino è stato riaperto nel 2017 a conclusione del restauro del ponte Hashi, la passerella pedonale dal fondo trasparente che passa sulla cascata centrale connettendone le due rive.
Il ponte ha la struttura portante  tutta in acciaio inox e il pavimento è in legno esotico sui due lati. In corrispondenza del passaggio sull’acqua è invece in vetro smerigliato. in cima all’Hashi si può godere di un bellissimo panorama e scorgere anche l’obelisco del Marconi

Volendo potete inserire la tappa in questa zona di Roma sostituendola ad una di quelle degli itinerari di Visitare Roma in 4 giorni, Visitare Roma in 5 giorni o Visitare Roma in una settimana

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Le stanze di Raffello

Le Stanze di Raffaello sono 4 ampie sale all’interno dei Musei Vaticani, chiamate così poiché affrescate dal grande artista e dalla sua scuola di seguaci. Fanno parte dell’appartamento privato di Papa Giulio II  che nel 1508 ne commissionò l’affrescatura a Raffaello.

Come visitare le Stanze di Raffaello

Le 4 stanze raffaelliane sono una delle meravigliose attrazioni dei Musei Vaticani. Il percorso turistico passa attraverso un balcone del Cinquecento e conduce direttamente alle 4 sale. Questo percorso è attraversato da chiunque si diriga verso la Cappella Sistina.
Il biglietto di ingresso è lo stesso di quello dei Musei Vaticani, perciò potrete  visitare anche  la Pinacoteca, il  Museo Pio-Clementino, la Galleria delle Carte Geografiche, il Museo Gregoriano Egizio, il Padiglione delle Carrozze. Come è noto le file all’ingresso sono infinite perciò il nostro suggerimento è quello di procurarvi i biglietti on line per poter cominciare subito la visita.

Il museo è compreso nella card Omnia Vatican & Rome Pass.

Cosa vedere nelle Stanze di Raffaello

Le 4 stanze di Raffaello visitabili all’interno dei Musei Vaticani sono meta di milioni di appassionati, studiosi e turisti da tutto il mondo. Ogni stanza prende il nome dal tema principale dei suoi affreschi.

Visitare i Musei Vaticani: l'incendio di Borgoe Stanze di Raffaello,
1. Stanza dell’Incendio: questa sala conserva il precedente lavoro sulla volta del Perugino (1507-1508) con temi legati alla Trinità, mentre il lavoro di Raffaello realizzò scene come l’Incendio di Borgo e l’Incoronazione di Carlo Magno.

visitare le Stanze di Raffello: La Scuola di Atene
2. Stanza della Segnatura:
una sala affrescata riprendendo il tema della cultura umanistica, tra cui è impossibile non citare la famosa Scuola di Atene, simbolo della filosofia.

3. Stanza di Eliodoro:  affrescata tra il 1511 e il 1514, questa sala si affaccia sul Cortile del Pappagallo nel Palazzo Apostolico e prende il nome da un lunotto affrescato con episodi della vita di Eliodoro, uomo ostile alla Chiesa.

4. Sala di Costantino: una delle stanze postume affrescate grazie ai cartoni creati dallo stesso Raffaello prima della sua morte, il tema principale sono storie sulla vita di Costantino Magno.

Oltre a queste 4 stanze, al complesso vengono solitamente associate anche la Cappella Niccolina, una cappella privata del papa, e la Sala dei Chiaroscuri, affrescata seguendo disegni di Raffaello (non accessibile al pubblico).

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La storia delle Stanze

Pare che le stanze di Raffaello nacquero con il pontificato di Giulio II (1503 circa) il quale decise di cambiare la sua residenza rispetto ai predecessori. Il papa scelse l’ala nord del secondo piano del Palazzo Apostolico e commissionò lavori di restauro e di decorazione.
Alcune testimonianze  spiegano come le stanze scelte da papa Giulio II avessero già importanti affreschi del Quattrocento, capolavori di artisti del calibro di Piero della Francesca, Bartolomeo della Gatta e Luca Signorelli.
Le decorazioni delle stanze vennero inizialmente affidate ad artisti come Lorenzo Lotto e il Perugino, ma il loro lavoro non riuscì a convincere il papa. Si pensa che il nome di Raffaello fu suggerito dal conterraneo Bramante, che in quegli anni si stava occupando della ricostruzione della Basilica Vaticana.
Iniziate tra il 1508 e il 1509, le decorazioni delle sale continuarono anche con il pontificato successivo (quello di Leone X) e durarono fino a dopo la morte di Raffaello.

Hotel in questa zona

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Le dieci attrazioni e i monumenti da visitare a Roma in una settimana

Visitare Roma in una settimana si rivelerà per voi un’esperienza indimenticabile. Avrete infatti il tempo di godervi con calma tutto quello che la città eterna ha da offrire ai suoi visitatori.
Noi vi suggeriamo quelle che sono le attrazioni e i monumenti principali che non dovete assolutamente perdere. Sono tutte attrazioni supergettonate, perciò vi suggeriamo di procurarvi già prima di partire il biglietto on line, in modo da non dover fare la coda, risparmiando così tempo e energia per la visita!

Ecco quindi le 10 attrazioni e i monumenti principali da visitare a Roma in una settimana:

Roma in una settimana: da non perdere il Colosseo1. Colosseo

Simbolo di Roma per eccellenza e dell’Italia stessa, è l’attrazione più visitata della città, con quasi cinque milioni di visitatori all’anno.
Iniziato da Vespasiano nel 72 d.c., venne inaugurato da suo figlio Tito nell’80 d.c. Poteva ospitare più di 50.000 spettatori che qui venivano ad assistere ai combattimenti dei gladiatori o degli animali.  È il più grande tra i monumenti romani rimasti fino ad oggi.
Le code all’ingresso sono molto lunghe. Vi consigliamo perciò di procurarvi il biglietto on line per avere l’accesso prioritario.

La strepitosa Basilica di San Pietro a Roma2. Basilica di San Pietro

Sorge laddove nel 324 l’imperatore Costantino fece erigere un santuario in onore di Pietro apostolo, che proprio lì venne crocifisso e sepolto.
L’aspetto di oggi si deve al progetto del Bramante, risalente al 1506. Alla sua costruzione parteciparono artisti come Raffaello, Antonio da San Gallo, Michelangelo. Gli interni, così come il colonnato sono del Bernini. La basilica rappresenta la chiesa più grande al mondo. Se volete salire sulla sua strepitosa cupola vi consigliamo di procurarvi il biglietto on line: salterete la coda!
Info: 1° ottobre – 31 marzo tutti i giorni 7.00-18.30 /1° aprile – 30 settembre tutti i giorni 7-19.00.

Il gruppo del Laocoonte ai Musei Vaticani. Biglietti on line salta coda3. I Musei Vaticani

Fra i più bei complessi museali al mondo, ospitano un’incredibile collezione di opere d’arte raccolte da diversi papi nel corso dei secoli. Per visitarli è possibile effettuare diversi itinerari, che terminano comunque tutti con la Cappella Sistina. Gli edifici che ospitano i Musei Vaticani si estendono su un’area di 5,5 ettari. Assolutamente da vedere sono la Pinacoteca, il Museo Pio-Clementino, la Galleria delle Carte Geografiche, le Stanze di Raffello e la Cappella Sistina. Le code all’ingresso sono eterne. Se volete risparmiare tempo e fatica l’ideale è l’acquisto del biglietto on line.
Info: da lunedì a giovedì dalle 8.30 alle 18.30 (ultimo ingresso alle 16.30) –  venerdì e sabato dalle 8.30 alle 20.00 (ultimo ingresso alle 18.00)

Il Pantheon, una delle attrazioni da visitare a Roma in una settimana4. Pantheon

Tempio dedicato a tutti gli dei, questo, che è l’edificio meglio conservato della Roma antica, venne trasformato in chiesa cristiana nel 608. Il Panteon fu fatto edificare da Agrippa nel 27 a.c., come attesta l’iscrizione sul frontone.
Sia la sua altezza che il diametro dell’interno misurano 43,3 metri. La straordinaria cupola, che rappresenta la più grande volta in pietra mai costruita, è considerata  la più importante opera dell’architettura classica. Insieme al Colosseo, il Pantheon è uno dei grandi simboli di Roma e il monumento antico meglio conservato della capitale.

La fontana di Trevi attrazione di Roma da non perdere5. Fontana di trevi

Tra i monumenti di Roma più fotografati, insieme al Colosseo è uno dei simboli di Roma nel mondo. Questa splendida fontana barocca, disegnata da Nicola Savi nel 1732, occupa quasi tutta la piccola piazza in cui è situata. Rappresenta il carro di Nettuno trainato da tritoni con cavalli marini (uno selvaggio e uno docile) che simboleggiano i diversi aspetti del mare.

Piazza Navona, da non perdere se visitate Roma in una settimana6. Piazza Navona

Piazza Navona è la vetrina del centro di Roma con le sue fontane scolpite, i bellissimi palazzi barocchi e i caffè all’aperto. La piazza è sempre affollata di turisti, artisti di strada, venditori ambulanti. Piazza Navona è stata per 300 anni la sede del principale mercato della città. In questa piazza potete mettere a confronto le opere di due grandi artisti del Barocco: la fontana dei quattro Fiumi del Bernini e la Chiesa di Sant’Agnese in Agone del Borromini.

Piazza di Spagna, una delle piazze più famose di Roma7. Piazza di spagna

Questa piazza barocca del 1725, con la sua famosa Scalinata di Trinità dei Monti (recentemente restaurata), ha da sempre attirato turisti e viaggiatori e ancora oggi è un popolare luogo di incontro. Sulla scalinata è possibile transitare, ma non è più consentito sedersi, pena una multa salata. La fontana a forma di barca (la Barcaccia) che si trova nella piazza è opera di Pietro Bernini, padre del famoso Gian Lorenzo, e rappresenta una barca che affonda. È uno dei luoghi principali della vita notturna nel centro storico di Roma.

La Galleria Borghese a Roma: visitare in 3 giorni8. Museo galleria Borghese

Situati nel parco di Villa Borgese, polmone verde di Roma, ospitano una delle più prestigiose collezioni di oggetti d’arte di Roma. In un sol luogo si trovano concentrate opere di Caravaggio, Bernini, Botticelli e Raffaello, e la celebre statua del Canova che ritrae Paolina Borghese come Venere vincitrice. Consigliato il biglietto on line per avere l’accesso prioritario.

Info: lunedì chiuso, da martedì a domenica dalle 8.30 alle 19.30 chiuso 1 Gennaio, 25 Dicembre. L’ingresso è consentito fino a mezz’ora prima della chiusura.

Il Vittoriano, uno dei monumenti principali di Roma9. Piazza Venezia

Connessa al Colosseo tramite la monumentale via dei Fori Imperiali è forse il crocevia più importante della città. Ai suoi lati si trovano Palazzo Venezia, il primo grande edificio rinascimentale di Roma e il Vittoriano, monumento iniziato nel 1885 per celebrare l’unità d’Italia. Inaugurato nel 1911 è stato poi dedicato al milite ignoto.
Consigliati i biglietti on line per evitare le lunghe code.

I Musei Capitolini in piazza del Campidoglio a Roma10. Musei capitolini

Costituiscono la galleria pubblica di sculture più antica del mondo. Nati ad opera di papa Sisto IV nel 1471, vennero arricchiti dai papi successivi man mano che venivano riportate alla luce nuove statue. I musei occupano il Palazzo Nuovo e il palazzo dei Conservatori che si trovano entrambi sulla piazza del Campidoglio (Qui per i biglietti)

Info: aperti tutti i giorni 9.30-19.30 , 24 e 31 dicembre 9.30-14.00 La biglietteria chiude un’ora prima. 1 gennaio ore 14.00-20.00. Chiusi il 1 maggio e il 25 dicembre.

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